Due ore per la fumata: i misteri (e i capricci) del Conclave più lento del secolo: cosa sarà successo ai 133 cardinali?
Due ore di interminabile attesa a guardare il comignolo.Tra cappucci malmessi, caffè annacquato e voti ballerini: cosa diamine sarà successo?
Città del Vaticano, ore 19.03. La folla in Piazza San Pietro era lì, paziente, in trepidante attesa. Le telecamere zoomavano senza pietà sul comignolo della Sistina, come fosse l’ultima sigaretta del mondo. Ma la fumata, promessa nel tardo pomeriggio, si è fatta attendere. Due ore. Centoventi interminabili minuti. E allora viene da chiedersi: che diamine è successo lì dentro?
Dopo una consultazione tanto segreta quanto… lunga, la fumata è finalmente arrivata. Bianca. Il nuovo Papa è stato eletto. Ma mentre il suo nome rimbalzava tra gli schermi e le bocche dei cronisti, l’attenzione del mondo si è spostata su un altro mistero: perché ci hanno messo così tanto?
Ipotesi 1: Caffè della macchinetta rotto.
Fonti non confermate parlano di una crisi interna al bar dei cardinali: la macchinetta del caffè si sarebbe inceppata, provocando una protesta silenziosa ma determinata da parte dei porporati latinoamericani. “Senza un buon espresso, non possiamo discernere la volontà dello Spirito Santo”, avrebbe sussurrato un cardinale argentino.
Ipotesi 2: Il conclave ibrido e la password sbagliata.
Pare che, per modernizzare il procedimento, alcuni voti siano stati raccolti anche in forma digitale. Ma un cardinale ottuagenario avrebbe inserito la password della sua mail anziché quella del sistema conclavizio, mandando tutto in tilt. Dopo tre tentativi sbagliati, il sistema si è bloccato. Ripristino: 47 minuti.
Ipotesi 3: Voti ballerini e colpi di scena.
Secondo voci di corridoio (o meglio, di navata), nei primi due scrutini il favorito non ha raggiunto la soglia fatidica. Non per complotti, ma per un paio di schede dichiarate nulle: pare che un cardinale africano abbia scritto il nome del proprio santo patrono per sbaglio, e un altro abbia votato “Totò” (sì, quel Totò).
Ipotesi 4: Problemi con la fumata.
Un classico. La combustione dei biglietti non è scienza esatta. Troppo zolfo? Fumo grigio. Troppa pece? Fumo nero con puzza. E quando si è provato con la carta riciclata, un assistente ha lanciato l’allarme: “Ma è ignifuga!”. Da lì, nuovi tentativi, nuove delusioni, e un comignolo che tossiva come un fumatore pentito.
Ipotesi 5: Il Papa designato ha chiesto “una mezz’ora per pensarci”.
Succede anche ai migliori. Essere eletto Papa non è come ricevere un premio: ti cambia la vita, ti cambia il nome e – soprattutto – ti tolgono il telefono. Un cardinale vicino al neoeletto racconta: “Ha detto solo: ‘Fatemi chiamare mia sorella’. Gli abbiamo detto di no. Allora ha chiesto almeno un Campari”.
Due ore possono sembrare tanto, ma nella Sistina il tempo ha un’altra misura. Il bello del conclave è anche questo: il mistero, l’attesa, il fumo che viene, il fumo che va. E alla fine, quel “Habemus Papam” che, puntuale come sempre, ci fa dimenticare tutto.
Anche le due ore perse a guardare un comignolo senza voce.