Garlasco, il nuovo perito esclude Sempio: nessuna sua impronta nella villetta dei Poggi
Le analisi ordinate dal gip attribuiscono a Marco Poggi e a un carabiniere le uniche impronte leggibili sulle porte del garage e d’ingresso della casa. Tutte le altre appartengono a Chiara
Un piccolo ma concreto punto a favore di Andrea Sempio, l’amico di Chiara Poggi oggi unico indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Le analisi disposte dal gip e affidate al perito Giovanni Di Censo non hanno trovato alcuna impronta digitale riconducibile al trentaseienne pavese nella villetta di via Pascoli, teatro dell’omicidio del 13 agosto 2007. Le due impronte leggibili rinvenute sulle porte d’accesso, una sull’ingresso principale e l’altra sul garage, appartengono rispettivamente a un carabiniere intervenuto il giorno del delitto e a Marco Poggi, fratello della vittima.
La rettifica, inviata nel pomeriggio dallo stesso perito ai consulenti delle parti, chiarisce che l’impronta di Marco Poggi non era sull’ingresso, come inizialmente comunicato, ma all’esterno della porta del garage. È un dettaglio tecnico, ma significativo: tra le tracce analizzate, nessuna riporta elementi riconducibili all’indagato.
Le ulteriori verifiche hanno riguardato anche i reperti trovati in casa Poggi all’indomani del delitto: una confezione trasparente di cereali e un sacchetto azzurro della spazzatura. Sei le impronte repertate su questi materiali, tutte riconducibili a Chiara. Quattro sulle confezioni in cellophane, due — meno definite — sul sacco dei rifiuti. Nessuna presenza esterna, nessuna anomalia.
Il perito Di Censo, nominato lo scorso 26 settembre dalla giudice Daniela Garlaschelli, era stato incaricato di eseguire nuovi accertamenti sui fogli di acetato e sul materiale prelevato nella casa di via Pascoli. I trenta fogli di acetato, contenenti circa cinquanta impronte, erano già stati analizzati nei mesi scorsi per tentare l’estrazione di Dna, ma le campionature si erano distrutte nel corso delle prove di laboratorio, rendendo impossibile ulteriori verifiche genetiche.
Constatata l’insufficienza del materiale biologico, il gip ha disposto nuovi accertamenti dattiloscopici, che hanno portato alle conclusioni di oggi. «Le due tracce utili – si legge nella relazione – sono state rinvenute all’esterno: una sulla porta d’ingresso e una sulla porta del garage». La prima appartiene a un militare dell’Arma, la seconda a Marco Poggi.
Caso Garlasco, indagato il padre di Andrea Sempio: “Pizzino” al centro dell’inchiestaPer la difesa di Sempio, si tratta di un risultato che rafforza la loro linea. «L’assenza di impronte riconducibili al nostro assistito è un fatto – dichiarano gli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti – ma non cantiamo vittoria. Come non ci siamo preoccupati delle indiscrezioni più varie, oggi prendiamo atto di un atto processuale, non di un’ipotesi». I consulenti difensivi, Armando Palmegiani e Marina Baldi, sottolineano che «ogni riscontro oggettivo è importante, ma il percorso della verità è ancora lungo».
Il delitto di Garlasco, uno dei casi più discussi della cronaca italiana, si riapre dunque con un accertamento che sembra sgonfiare, almeno in parte, la pista Sempio. Dopo 18 anni, nessun nuovo elemento concreto sembra sostenere l’ipotesi della Procura di Pavia, che indaga su una possibile responsabilità dell’amico di Chiara «in concorso con altre persone».
Il nuovo incidente probatorio, però, non chiude la partita. Gli inquirenti dovranno valutare se gli esiti delle analisi possano incidere sull’impianto investigativo o se confermino, di fatto, il quadro già emerso nel 2007. Intanto, la perizia di Di Censo riporta il caso dentro un perimetro di dati oggettivi, lontano dalle suggestioni che per anni hanno diviso l’opinione pubblica e gli esperti.
Diciotto anni dopo, nella casa di Garlasco restano solo le impronte dei presenti di allora: la vittima, il fratello, i soccorritori. Nessuna traccia dell’uomo che la nuova inchiesta ha rimesso sotto i riflettori. Per ora, l’unico fatto certo è che le sue dita non toccarono nulla.