La Global Sumud Flotilla attaccata nella notte: droni, bombe sonore e spray urticanti. Due le navi danneggiate
Si tratta solo dell’ultimo capitolo del braccio di ferro con Israele: ieri gli attivisti avevano respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto di Ashkelon e parlato del rischio di «possibili rappresaglie»
Nel cuore della notte, mentre navigava in acque internazionali a sud di Creta, la Global Sumud Flotilla è stata improvvisamente attaccata dal cielo: droni, bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato hanno colpito le imbarcazioni.
Almeno una decina di attacchi, forse quindici, quelli sferrati con ogni probabilità da Israele. Nessun ferito, ma almeno due le imbarcazioni danneggiate: la Zefiro, che ha riportato la rottura dello strallo di prua, uno dei sostegni dell'albero, e la Morgana, la cui randa - la vela principale - è ora fuori uso. Colpita anche la Taigete, ma dai video diffusi sui social non sembra aver subito danni.
Su Morgana, fra gli altri, sono imbarcati alcuni italiani e la portavoce per l'Italia della Flotilla, Maria Elena Delia, che sui social ha postato aggiornamenti per tutta la notte. «Gli attacchi alle imbarcazioni della Flotilla - dichiara in un video - mettono a rischio la vita di chi è a bordo. Quanto sta accadendo - prosegue - è di una gravità senza precedenti perché avviene in acque internazionali, nella più totale illegalità. Abbiamo già allertato chi di dovere, anche la Farnesina, e stiamo cercando di far sapere cosa avviene».
E da New York, dove si trova per l’Assemblea generale Onu, interviene il ministro degli Esteri Antonio Tajani: chiede a Israele di garantire l'incolumità di quanti sono a bordo e che le eventuali operazioni delle forze amate siano condotte rispettando il diritto internazionale e un principio di assoluta cautela.
Le cinquantuno navi che compongono la Flotilla puntano a raggiungere Gaza per consegnare aiuti umanitari e «rompere il blocco israeliano», dopo due tentativi bloccati da Israele a giugno e luglio. Attacchi contro la Flotilla erano stati registrati al largo di Tunisi il 9 settembre. «Sono operazioni psicologiche, ma non ci lasceremo intimidire», dicono gli attivisti che rivendicano: «Non abbiamo armi. Non rappresentiamo una minaccia per nessuno, trasportiamo soltanto aiuti umanitari».
Gli attacchi della notte scorsa sono soltanto l'ultimo capitolo del braccio di ferro con Israele: la Global Sumud Flotilla soltanto ieri ha respinto la proposta di trasferire il carico di aiuti nel porto israeliano di Ashkelon e ha messo in guardia contro la strategia per «ostruire la consegna degli aiuti umanitari a Gaza» e il rischio di «possibili rappresaglie».
«I precedenti di Israele di intercettare le navi, bloccare i convogli e limitare le rotte dimostrano che la sua intenzione non è facilitare gli aiuti umanitari, ma di controllarli, ritardarli e negarli», avvertono gli attivisti in un comunicato sui social. «La comunità internazionale - dicono ancora - non interpreti le dichiarazioni di Israele come mere istruzioni operative, poiché rappresentano la continuazione del blocco che, secondo investigatori dell'Onu è parte del genocidio in corso a Gaza».