I costruttori avevano in pugno Milano. Le chat del sindaco Sala raccontano un rapporto ambiguo e confidenziale
Gin tonic, cene a casa con le rispettive mogli e “compiti a casa” affidati al sindaco: dalle carte della Procura emerge un Comune piegato agli interessi degli immobiliaristi, tra progetti contestati, moniti alla Procura e strategie per non far trapelare il blocco delle pratiche
Un sindaco che riceve “compiti a casa” dal costruttore. Che prende ordini come se fosse un dipendente, o che aspetta chiarimenti dal suo interlocutore privato per «decifrare meglio la situazione». È questo il quadro che emerge dalle chat tra Beppe Sala e Manfredi Catella, fondatore di Coima, depositate dalla Procura di Milano al Tribunale del Riesame. I magistrati parlano apertamente di «asservimento ai privati», e il materiale raccolto rischia di trasformarsi in un macigno politico.
Il 21 gennaio 2024, Catella scrive al sindaco e al direttore generale Christian Malangone: «Vi mando il compito a casa. A disposizione per come vorrete portare avanti il progetto». Sala replica con prontezza: «Domani ne parlo con Christian». Un mese dopo, il 7 febbraio 2024, lo sviluppatore torna alla carica: «Ciao Beppe, finito ora incontro con Christian e Giancarlo su alcuni aggiornamenti importanti rispetto a titoli edilizi. Utile se ci confrontiamo brevemente tra domani e venerdì». Sala prende tempo: «Me ne hanno parlato. Ma meglio settimana prossima, nel frattempo spero di riuscire a decifrare un po’ meglio la situazione».
Le chat mostrano una relazione continua, con Catella che arriva a ricordare al primo cittadino l’importanza di un colosso bancario: «Ti ricordo che Intesa San Paolo è partner del Villaggio Olimpico contribuendo al buon andamento attuale». È il 9 febbraio 2023. Sala non si scompone: «Oggi ho visto Messina per altro, ma mi ha raccontato anche di questo».
Non mancano i momenti più informali, come la cena del 14 giugno 2023: «Ciao, credo che anche Chiara abbia scritto a Kelly, volevamo invitarvi a cena a casa», scrive il sindaco. «Ok, si sentono le ragazze», replica Catella. In un altro scambio, lo stesso primo cittadino accenna alla prospettiva di sorseggiare gin tonic con l’amico costruttore. Una consuetudine che va ben oltre i rapporti istituzionali.
Ma ci sono anche tensioni. Il 29 novembre 2022, Catella protesta con l’assessore Tancredi: «G. Porta oggi ha rimesso in discussione il progetto di Piano. Significa cancellare due anni di lavoro. Possiamo programmare una riunione con i rappresentanti di Piano, Bardelli e Cerri per definire regole chiare e capire come procedere?». L’assessore gli risponde secco: «Il problema, molto serio, è Aspromonte».
Il 25 maggio 2023 Tancredi avverte Sala che i pm «ora chiedono perché abbiamo fatto monetizzare oneri/standard. Grande problema, perché è difficile spiegare la totale regolarità di tutto. Uffici depressi». E quando si tratta di progetti sensibili, come il nuovo stadio, le cautele del sindaco si sciolgono: «Lasciamo che tutti parlino e stiamo zitti, noi andiamo avanti per la nostra strada», scrive a gennaio 2023 a proposito dell’ipotesi di impianto nell’area dell’ex ippodromo, nonostante i vincoli ambientali ricordati dal suo assessore.
A luglio 2023, invece, è lo stesso Sala a lamentarsi via messaggio con Emanuela Carpani, soprintendente già ascoltata dai pm: «Tutti parlano del vincolo semplice sul secondo anello, che sarà anche semplice ma non permetterà di abbattere S. Siro (...). Chiederò al Governo di comprarselo, perché questo è un danno economico enorme per il Comune. È anche un gigantesco danno di immagine per Milano. Qualcuno dovrà renderne conto (...). Vediamo il ministero cosa dirà».
Le chat con Tancredi raccontano anche le strategie per contenere l’effetto delle indagini. «Io rimarrei fermo su una linea il più possibile orientata al sociale (casa, ecc.), poi arriveremo a mediazioni. Ma bisogna dare un forte segnale alla Procura che ci sta creando enormi problemi», scrive l’ex assessore. Sala risponde: «Tieni duro». In un altro scambio, Tancredi avverte il sindaco del rischio di «un progetto con tre torri molto contestato» e «nel mirino della procura».
Il 25 aprile 2025, Catella prova a limitare i danni sul bando di Largo De Benedetti: «Luca mi ha aggiornato sulla volontà di non procedere con il perfezionamento dell’aggiudicazione, e in caso di nostra contrarietà di procedere con contenzioso. Sarebbe francamente sorprendente (...). Vi chiederei di incontrarci in modo da condividere soluzioni definitive». In questo caso Sala non risponde.
Le discussioni sulla linea comunicativa con i giornali completano il quadro. «Scrivo al Corriere che stiamo proseguendo il dialogo con la procura. Senza far menzione di nessun blocco delle pratiche», propone Tancredi. Ma Sala lo corregge: «Preferirei che tu facessi una lettera piuttosto che un’intervista. Se ti fanno la domanda sul blocco delle pratiche, tu rischi di rispondere in modo impacciato».
Un filo conduttore lega i messaggi: costruire, costruire, costruire. Con quali obiettivi? A volte sociali, a volte finanziari, sempre in bilico tra decisioni ufficiali e rapporti confidenziali. Ed è qui che, secondo la procura, nasce il «sistema» che rischia di travolgere Palazzo Marino.