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24/09/2025 ore 14.32
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I leader europei senza visione alimentano un assurdo pericolo russo nella speranza di sopravvivere: cambiare per non sparire!

L’Ue, così come rilevato dallo stesso Mario Draghi, da decenni non ha una visione strategica e geopolitica globale, e non ha saputo neanche averne una di tipo economico. Ora inventa un inesistente spettro “rosso”

di Massimo Tigani Sava

Nei confronti della Russia alcuni settori minoritari della politica europea stanno commettendo un errore prima storico e poi politico che potrebbe avere ripercussioni negative per i prossimi decenni.

L’Ue – così come rilevato dallo stesso Mario Draghi - da decenni non ha una visione strategica e geopolitica globale, e non ha saputo neanche averne una di tipo economico. Le responsabilità primarie sono state della Germania e della Francia che, guardando all’Ottocento e al Novecento piuttosto che al terzo millennio, hanno fatto sprecare all’intero Continente tempo prezioso rincorrendo leadership nazionali insostenibili. Anche alcuni piccoli Paesi nordici, immaginando di poter difendere rendite di posizione rivelatesi sempre di più precarie, hanno condizionato negativamente il possibile positivo evolversi dell’Ue verso assetti più solidi.

Oggi questi stessi settori politici, incalzati al proprio interno dall’emergere della reazione popolare, immaginano di sopravvivere inventando un pericolo inesistente e assurdo: l’avanzata delle armate russe verso Occidente, con l’intento di far capitolare una dietro l’altra le diverse capitali europee.

Settori compiacenti di un’informazione piegata da ideologismi consumati o da spinte di altra natura alimentano un “pericolo rosso” (lo chiamavano così i capitalisti dei secoli scorsi) rispetto al quale lo stesso Vladimir Putin ne spiega la palese inconsistenza. La storia insegna che, al contrario, è stato l’Occidente, prima con i dragoni del francese Napoleone e poi con i carri armati del Terzo Reich a tentare di invadere la Russia.

In entrambe le circostanze due disastri giganteschi, con milioni di morti, spiegarono che il progetto di piegare Mosca era impossibile da realizzare. Peraltro, in tutte e due le circostanze, il patriottismo russo ha prevalso sulla sofferenza di soldati europei spinti a combattere guerre tanto ingiuste quanto dall'esito tragico. I già richiamati settori minoritari di una politica europea che non ha un orientamento comune, immaginano di poter sopravvivere sui loro traballanti troni generando un’emergenza inventata a tavolino e auspicando di risolvere la pesantissima crisi industriale che investe i loro Paesi puntando sul riarmo.

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Da un lato un’Europa invasa dai prodotti cinesi (automobili elettriche, elettrodomestici da consumo, ecc.), dall’altro il tentativo di riconvertire sistemi produttivi sconfitti puntando sulle armi. E per convincere l’opinione pubblica di questa necessità di riarmarsi si alimenta in maniera irresponsabile la tensione con la Russia. Il presidente americano Donald Trump era stato molto chiaro nel delineare le proprie strategie sin dal momento del suo insediamento. Ed altrettanto eloquente era stato il suo vice J.D. Vance. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!

Tutto lascia intendere che i destini del globo siano già stati decisi tra i giganti: Usa, Cina, Russia. Lo si capisce da tanti segnali concreti in Ucraina, in Israele e forse da qui a breve anche a Taiwan. Il Vecchio Continente (mai espressione fu più calzante!) immagina però di poter continuare a galleggiare in una condizione sibarita: vivere di privilegi e di lussi che nessuno è più disposto a regalare. Perché la manodopera a basso costo che per tanti anni ha garantito dividendi d’oro ai protagonisti di una miope imprenditoria europea tutta intenta a pavoneggiarsi a bordo di yacht miliardari, non è più disposta a farsi sfruttare.

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Il Sud e l’Est del pianeta vogliono essere protagonisti ed invertire i destini della storia neocolonialista di stampo europeo. Con eguale intensità e rapidità è anche crollata l’idea malevola di estendere la Nato fino alle porte di Mosca, tanto da scatenare la prevedibilissima reazione di Vladimir Putin. L’attuale premier tedesco Merz guardi alla crescita imponente di Afd. Il presidente francese Macron pensi alla crisi finanziaria e sociale che si sta abbattendo su Parigi. E nessuno scherzi con Israele perché per troppo tempo l’Europa ha fatto finta di non capire che l’emergenza primaria da sconfiggere si chiama terrorismo.

Un mondo complesso come quello del XXI secolo non può tollerare che ci siano, in varie zone calde, eserciti di terroristi foraggiati mensilmente da forze economiche che proprio a causa della Guerra Fredda hanno avuto la possibilità di giocare sporco. La nuova pace mondiale, con assetti aggiornati, che nascerà alla fine di questo periodo turbolento, non consentirà più a certa leadership europea di vivere parassitando la miseria altrui. L’Europa deve da un lato rafforzare in maniera leale i rapporti di collaborazione strategica con gli Usa, e dall’altro lavorare da subito per ricreare un dialogo serio, positivo e generoso con la Russia. La sicurezza degli Europei non nascerà dal numero di carri armati che la Germania ricomincerà a produrre, ma da comuni visioni millenarie con Usa, Russia e Israele, finalizzate peraltro a favorire equilibri stabili con il Mondo Arabo, la Cina e l’India. Nel gioco del Risiko l’Europa è altrimenti destinata a scomparire: passare dalle discoteche alle trincee non è roba da poco! La storia maestra di vita: questa è la base dalla quale ripartire per ragionare in maniera intelligente. Ad Atene pensavano di essere i migliori per capacità di pensiero e di cultura, ma furono le legioni e la disciplina di Roma a dettare le regole per mille anni.