Il Mit blocca il decreto autovelox su indicazione del ministro Salvini: «Servono approfondimenti»
Criticità anche sul dl alcolock perché conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali «in grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti»
di Redazione Politica
Sospeso lo schema di decreto che regolamenta l'uso degli autovelox e che era in fase di trasmissione a Bruxelles.
È quanto deciso dal Mit, su indicazione del vicepremier e ministro Matteo Salvini, «perché sono necessari ulteriori approfondimenti». Lo fa sapere una nota del dicastero di Porta Pia.
Nelle disposizioni transitorie il decreto stabilisce che dalla prossima estate tutti i dispositivi approvati dal 13 giugno 2017 in poi siano da ritenersi omologati automaticamente.
Una norma che mette fine ai ricorsi contro le multe.
Criticità anche sul decreto alcolock. «Il decreto sull'alcolock varato nei giorni scorsi dal ministero dei Trasporti e sottoposto al vaglio dell'Ue conterrebbe possibili profili anti-concorrenziali "in grado di alterare il mercato e danneggiare gli automobilisti». Lo afferma in una nota Federcarrozzieri, l'associazione delle autocarrozzerie italiane.
In base al nuovo Codice della strada, ricorda la nota, i conducenti condannati per guida in stato d'ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l, una volta riottenuta la patente dopo il periodo di sospensione potranno guidare veicoli a motore solo se su questi sarà stato installato un dispositivo alcolock che impedisca l'avviamento del motore nel caso in cui il tasso alcolemico del guidatore risulti superiore a zero.
«Ma già qui si profila una prima criticità - spiega Federcarrozzieri -. Il parco auto italiano, infatti, è come noto molto anziano, con quasi il 22% delle auto circolanti che ha un'età superiore ai 19 anni. C'è quindi il rischio concreto che su molte autovetture particolarmente anziane sia tecnicamente impossibile installare l'alcolock».
Inoltre l'art. 5 del decreto stabilisce che sua il fabbricante ad individuare gli installatori autorizzati al montaggio dei propri dispositivi. «Questo significa che non tutte le autocarrozzerie, seppur in possesso dei requisiti di legge, potranno montare gli alcolock sulle vetture, ma solo quelle indicate dal produttore dell'apparecchio: un limite che da un lato viola le norme sulla concorrenza e dall'altro, riducendo il numero di operatori abilitati, determinerà una alterazione del mercato con conseguente aumento dei costi a carico degli automobilisti», denuncia Federcarrozzieri, ricordando che la spesa stimata per l'installazione dell'alcolock è di circa 2mila euro, a cui si dovranno aggiungere i costi di taratura periodica prevista dal decreto, di manutenzione, e quella per i boccagli monouso.
Periti: «Si rischiano una valanga di ricorsi»
Il decreto del ministero dei Trasporti sull'alcolock «contiene alcune criticità in grado di dare vita a contenziosi legali e ricorsi da parte degli automobilisti». Lo afferma Aiped, l'Associazione italiana periti estimatori danni.
L'articolo 7, comma 5 del decreto attuativo stabilisce che «l'installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile», ma non viene chiarito se il veicolo, dopo la rimozione dell'apparecchio, possa circolare liberamente senza ulteriori controlli, il che - sottolinea l'associazione - potrebbe portare a problemi di sicurezza o di omologazione, e a conseguenze legali in caso di sinistro stradale.
«L'articolo 8 impone poi al conducente di esibire il certificato di taratura con intervallo valido. Tuttavia, non viene specificato chi verifica se la taratura sia corretta: la Polizia Stradale in fase di controllo?», si chiedono i periti.
Problemi anche sul fronte del sigillo previsto dal decreto per impedire l'alterazione o la manomissione dopo l'installazione, e che deve distruggersi in caso di tentativo di manomissione. «Ma cosa succede se il sigillo si danneggia per cause accidentali o a seguito di incidente stradale? Chi garantisce che un sigillo danneggiato non implichi automaticamente un'accusa di manomissione?», insistono.
«Tutti questi aspetti devono essere chiariti, perché il rischio è che norme poco chiare si prestino a contenzioni legali e ad una raffica di ricorsi da parte degli automobilisti coinvolti dal nuovo strumento alcolock», afferma il presidente Aiped, Luigi Mercurio.