Sezioni
Edizioni locali
22/04/2025 ore 19.40
Italia Mondo

Il Papa dei primati: da Buenos Aires a Roma, Francesco ha riscritto la storia della Chiesa

Primo Pontefice gesuita, primo sudamericano, primo a scegliere il nome di Francesco: il cammino unico di Jorge Mario Bergoglio

di Luca Arnaù
Papa Francesco

Nessuno come lui. Nessuno prima di lui. Con la morte di Jorge Mario Bergoglio, si chiude una pagina unica nella storia bimillenaria della Chiesa cattolica. Francesco è stato il papa dei primati, capace di tracciare una strada che mai nessun pontefice prima aveva percorso. Primo gesuita eletto vescovo di Roma. Primo papa sudamericano. Primo a scegliere, senza esitazioni, il nome di Francesco, ispirandosi al poverello di Assisi.

Verso il Conclave, anche due cardinali calabresi chiamati a eleggere il successore di papa Francesco: ecco chi sono

La sua vita, iniziata il 17 dicembre 1936 nei sobborghi operai di Buenos Aires, è il racconto di una fede maturata tra il profumo del pane, il sudore della fatica, e l’odore della strada. Figlio di emigrati piemontesi, Jorge crebbe in una famiglia semplice e profondamente credente. L’infanzia nel quartiere di Flores gli insegnò ad amare il calcio (da “pata dura”, come raccontava ironicamente) e la compagnia degli amici, tra partite improvvisate e balli collettivi. Conobbe anche il batticuore di un amore giovanile, prima di scegliere definitivamente un altro tipo di passione: quella per Dio e per il prossimo.

Francesco, il Papa che ha cambiato la Chiesa: addio al Pontefice della rivoluzione silenziosa

Arrivato alla Compagnia di Gesù a ventidue anni, dopo aver lavorato come perito chimico e persino come buttafuori, Bergoglio portava con sé un bagaglio di vita vissuta, di domande e di sfide interiori. Un’esperienza decisiva fu quella confessione anonima a diciotto anni: «Mi accadde qualcosa che mi cambiò per sempre», racconterà più tardi. Da allora, la vocazione sacerdotale diventa la rotta irreversibile della sua esistenza.

Papa Francesco e il calcio: le sciarpe di Cosenza e Crotone sventolate dal pontefice che amava il rossoblù del San Lorenzo

Ordinato sacerdote nel 1969, si ritrovò a scalare in fretta i vertici dell'ordine gesuita argentino. Ma il periodo della dittatura militare lo obbligò a muoversi su un terreno minato: accusato ingiustamente di ambiguità nei confronti del regime, Bergoglio seppe resistere senza tradire la sua coscienza. Anni dopo, numerosi testimoni avrebbero raccontato i rischi che aveva corso per salvare vite braccate dalla repressione.

Morte di Papa Francesco, proclamati cinque giorni di lutto nazionale

Tuttavia, quell’esperienza lasciò cicatrici profonde. Una fase difficile, un periodo di “deserto” spirituale a Cordoba, lo aiutò a maturare una nuova idea di leadership: non più basata sull’autorità, ma sull’ascolto e sulla misericordia. È in quel confessionale periferico, tra vite spezzate e speranze infrante, che nacque il futuro Papa Francesco.

Il dolore e la speranza nel sorriso di Papa Francesco

La consacrazione arrivò quando il cardinale Quarracino, allora arcivescovo di Buenos Aires, intuì il suo talento e lo volle come vescovo ausiliare. Da lì, la scalata fu naturale: vicario, poi arcivescovo e infine cardinale nel 2001. Ma sempre rifiutando gli orpelli del potere: Bergoglio si spostava in metropolitana, cenava da solo, frequentava le baraccopoli.

Il declino della salute di Papa Francesco: dal vigore del 2020 alle ultime tappe di sofferenza

Nel conclave del 2005 il suo nome emerse come possibile alternativa a Joseph Ratzinger, ma fu lui stesso a fare un passo indietro. Quando invece il collegio cardinalizio si riunì di nuovo nel marzo 2013, questa volta Jorge Mario Bergoglio non si sottrasse. Accettò l'elezione con semplicità e, affacciandosi per la prima volta da Papa sulla loggia di San Pietro, chiese al popolo di pregare per lui, prima ancora di impartire la benedizione.

Maria Elena Bergoglio, la sorella del Papa è l’ultima custode del cuore di Francesco

Quel 13 marzo 2013 la Chiesa cambiò volto. Francesco scelse di non vivere negli appartamenti pontifici ma a Santa Marta, in mezzo ai suoi collaboratori. Abolì l’ostentazione dei palazzi, chiese una "Chiesa povera per i poveri", aprì varchi nel dialogo con l’islam, con l’ebraismo, con il mondo laico. Lanciò l’enciclica Laudato si’ sul rispetto della natura, trasformandola in un manifesto planetario contro il cambiamento climatico.

Nel giorno della morte di Francesco monsignor Viganò non rinuncia alle invettive: «Dovrà rispondere dei suoi crimini»

Fu anche il primo Papa a incontrare un patriarca ortodosso russo dopo mille anni di scismi. Il primo ad aprire la Porta Santa fuori da Roma, nella martoriata Bangui. Il primo ad affidare ruoli di governo vaticano a donne e laici. Il primo a spingere con forza una riflessione sulla sessualità, sui divorziati risposati, sulle periferie esistenziali che la Chiesa aveva spesso ignorato.

Francesco, da Sanremo alla copertina di Rolling Stone: il rapporto del Papa “popstar” con la musica

Il suo pontificato, segnato da riforme incompiute e da un’ostilità sotterranea in alcuni settori, non ha mai rinnegato il suo orizzonte: "Misericordia" era la parola che più amava. Misericordia verso le fragilità del mondo, verso le ferite invisibili, verso l'uomo in tutte le sue sfumature. La morte di Francesco chiude un’epoca irripetibile. Ma la sua eredità resta intatta: un Papa che ha riscritto il senso stesso del pontificato, non attraverso i proclami, ma con la forza mite della testimonianza. Un Papa dei primati, sì. Ma soprattutto, il Papa della gente.