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17/08/2025 ore 22.00
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Kate, «regina» di popolarità: il 72% degli inglesi la adora e ora conquista anche il grande schermo con film per l’infanzia

La principessa del Galles guida la classifica YouGov dei reali più amati e presenta corti animati dedicati ai bambini da 0 a 5 anni, ispirandosi al principe Filippo e seguendo William nel linguaggio televisivo

di Luca Arnaù
La principessa Kate con i figli George e Charlotte (PA Wire/PA Images / ipa-agency.net)

Nel cuore degli inglesi, la principessa del Galles non ha rivali. Con un 72% di gradimento rilevato dall’ultimo sondaggio YouGov, Kate Middleton si conferma la royal più amata, staccando di un punto il marito William e lasciando molto indietro il resto della famiglia Windsor. Non solo. Alla popolarità personale affianca ora una nuova avventura: la produzione di una serie di film animati dedicati alla prima infanzia, il periodo da 0 a 5 anni in cui — sottolinea — si pongono le basi per lo sviluppo emotivo e relazionale di ogni individuo.

È la prima volta che Kate si cimenta in un progetto audiovisivo. Un passo che la avvicina non solo a William — protagonista in primavera di una docuserie sui ranger africani — ma anche alla memoria del principe Filippo, pioniere dell’uso televisivo a fini educativi. Il duca di Edimburgo, scomparso nel 2021, collaborò con il naturalista e dirigente BBC Richard Attenborough in programmi innovativi per il loro tempo, convinto che le immagini potessero cambiare la percezione del pubblico.

Realizzati con la Royal Foundation attraverso il programma Early Years, i nuovi filmati di Kate saranno distribuiti a scuole, centri educativi e famiglie. «Early childhood offers a sacred opportunity to transform our societies for the better», ha dichiarato la principessa. «I film mostrano agli adulti come costruire interazioni amorevoli e positive con i bambini, creando competenze emotive che dureranno tutta la vita».

Il progetto si inserisce nel percorso avviato da anni con lo Shaping Us Program, che a febbraio l’aveva portata perfino in un carcere femminile per affrontare il tema della maternità dietro le sbarre. È un impegno che non conosce confini: il piano Early Years, di cui parlò per la prima volta con Jill Biden al G7 in Cornovaglia, mira a sensibilizzare sulla centralità dei primi anni di vita, fornendo strumenti concreti a chi si occupa dei più piccoli.

In questi giorni, Kate si gode una pausa con William e i figli prima di raggiungere la regina Camilla e gli altri Windsor a Balmoral per la tradizionale estate scozzese. Lontano dai riflettori, ma con l’immagine saldamente proiettata sul futuro del Regno.

Oltreoceano, Meghan Markle — al 21% di gradimento — ha appena festeggiato 44 anni, mentre Harry si ritrova al centro di una tempesta. Con il 33% di popolarità, il duca di Sussex ha perso una delle sue iniziative benefiche più care: la charity Sentebale, fondata nel 2006 insieme al principe Seeiso del Lesotho per aiutare bambini e adolescenti dell’Africa meridionale colpiti da HIV e Aids.

Una lunga indagine della Charity Commission ha sancito la frattura con la presidente Sophie Chandauka. Pur escludendo accuse di bullismo, l’organo di controllo ha rilevato un «disaccordo insanabile». Chandauka aveva parlato di «misoginia e abuso di potere» all’interno del consiglio, scatenando la crisi. «È con il cuore pesante — hanno dichiarato Harry e Seeiso — che diamo le dimissioni dal ruolo di patroni a tempo indeterminato».

Per Harry, è un colpo duro: «Sono devastato. È stato un takeover ostile», ha detto, descrivendo lo strappo come lo scippo di un progetto coltivato per quasi vent’anni. In primavera si era già dimesso dall’ente benefico in memoria di Diana, segnando un distacco sempre più netto dalle sue iniziative filantropiche originarie.

Mentre i Sussex navigano acque agitate, Kate consolida la sua immagine con iniziative concrete e un consenso stabile. Un equilibrio che sembra la sua cifra: un piede nella tradizione, uno nel futuro, senza mai perdere la connessione con il pubblico. Il Regno, prima o poi, sarà suo e di William. Ma l’investitura, almeno nei cuori, è già cominciata.

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