La casa di Giorgia Meloni fa discutere: villa o villino? I dubbi dei tecnici: «Ha risparmiato 70mila euro di tasse»
Domani accusa la premier di aver classificato la casa in modo da usufruire delle agevolazioni fiscali. Lei replica: «Procedura affidata al tecnico, nessuna irregolarità»
È una villa o un villino l’abitazione acquistata e ristrutturata da Giorgia Meloni? La domanda, sollevata da un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Domani, riguarda la classificazione catastale della casa della premier a Mostacciano, zona residenziale alle porte di Roma. Secondo il quotidiano, la leader di Fratelli d’Italia avrebbe ottenuto la categoria A/7 — riservata ai villini — invece della più onerosa A/8, relativa alle ville.
Questa differenza non è solo terminologica: comporta un consistente risparmio fiscale. La classificazione A/7 consente infatti di accedere all’Iva agevolata al 4%, all’imposta di registro fissa a 200 euro e ad altre agevolazioni previste per la prima casa, tra cui l’esenzione da Imu e Tasi. Se l’immobile fosse stato invece registrato come A/8, queste facilitazioni non sarebbero state applicabili.
La residenza di Spinaceto tra ristrutturazioni e migliorie
La dimora della premier si trova a Spinaceto, all’interno della zona residenziale di Mostacciano. Si tratta di un edificio di 433 metri quadrati complessivi e 18 vani, dotato di scala interna, piscina e tre corti — una al piano terra e due al piano seminterrato. Completano la proprietà due posti auto scoperti di 29 e 44 metri quadrati.
Meloni ha acquistato la casa nel 2024 da Massimiliano e Serafino Scarozza, descritti dal Domani come figure legate agli ambienti dell’ultradestra romana. Dopo l’acquisto, la premier avrebbe speso circa 150mila euro per i lavori di ristrutturazione, aggiungendo una piscina di nove metri, pannelli solari e una diversa distribuzione interna dei vani.
Dubbi tecnici e il risparmio stimato di 70mila euro
Secondo l’inchiesta, le modifiche strutturali avrebbero dovuto comportare un nuovo accatastamento dell’immobile, con possibile passaggio alla categoria A/8. Una variazione che avrebbe aumentato la tassazione e annullato i benefici fiscali.
Consultati da Domani, diversi esperti ritengono che l’attuale classificazione in A/7 abbia consentito un risparmio di circa 70mila euro. «Non vengono eseguiti sopralluoghi di verifica. Ci si accontenta di prendere per buona la dichiarazione del proprietario», ha spiegato l’urbanista Paolo Berdini, già assessore a Roma, sottolineando la mancanza di controlli effettivi.
Le precedenti polemiche e la replica della premier
Non è la prima volta che l’abitazione della premier finisce al centro di interrogazioni politiche. Già nei mesi scorsi alcuni deputati di Italia Viva avevano chiesto chiarimenti su eventuali utilizzi di bonus edilizi o incentivi fiscali per la ristrutturazione. Allora fu il ministro Ciriani a chiarire in Parlamento che Meloni non aveva beneficiato di alcun bonus.
Questa volta la presidente del Consiglio ha risposto direttamente, invitando alla cautela: «In passato ho già risposto ampiamente alle domande della stampa inerenti la mia abitazione privata. Ho risposto, per eccesso di zelo, oltre quanto sarebbe stato effettivamente utile. E comunque richiamando al senso di responsabilità, anche in considerazione del fatto che nella casa in questione abito con mia figlia minore».
Sui dati catastali, Meloni ha precisato: «Gli accatastamenti sono stati fatti dal tecnico incaricato che, auspico, avrà provveduto al meglio».