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26/05/2025 ore 07.35
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La Cina corre nel futuro: tra miracoli tecnologici e libertà compresse Pechino detta il ritmo del XXI secolo

Ora l’Europa si trova davanti a una scelta inevitabile: confrontarsi con la potenza cinese o restare schiacciata nella disputa con Washington

di Redazione Esteri

La Cina non guarda al futuro: lo costruisce, giorno dopo giorno, con una velocità che impressiona, spaventa, affascina. Dalla conquista della Luna alla supremazia nelle energie rinnovabili, fino all’intelligenza artificiale che sfida le Big Tech americane, Pechino sta ridisegnando la mappa globale dell’innovazione. E mentre gli Stati Uniti sembrano ripiegarsi su sé stessi in una fase di isolazionismo strategico ma illogico, l’Europa si trova davanti a una scelta inevitabile: confrontarsi con la potenza cinese o restare schiacciata nella disputa tra Washington e Pechino che certamente si inasprirà sempre più.

Il mondo guarda ma i numeri parlano chiaro

Quando la sonda Chang’e-4 ha toccato il lato nascosto della Luna, molti si sono accorti che la Cina non era più un inseguitore nello spazio: era diventata protagonista. Con Chang’e-5, i campioni lunari sono tornati sulla Terra e sono stati condivisi con la comunità scientifica globale. Oggi, la stazione spaziale Tiangong ospita astronauti cinesi e, per la prima volta, anche pakistani, simbolo di una cooperazione che guarda oltre le divisioni geopolitiche.

Non è solo una corsa allo spazio, è una dichiarazione d’intenti: la Cina non vuole più seguire, vuole guidare.

Nel cuore della sua “civilizzazione ecologica”, Pechino ha costruito un impero energetico sostenibile. È il primo produttore mondiale di pannelli solari, turbine eoliche e batterie elettriche. Le sue città respirano meglio, grazie a politiche ambientali rigorose, e le coste del Sud ospitano giganteschi parchi eolici offshore.

Mentre l’Europa litiga sul Green Deal, la Cina lo sta già attuando. Xi Jinping lo ha detto chiaramente al Vertice sul Clima: Pechino sarà “motore costante dello sviluppo verde mondiale”. E per una volta, non sembrano solo parole.

Nel campo dell’IA, Pechino ha messo in piedi un ecosistema che mescola scienza, impresa e controllo. Da SenseTime a iFlytek, passando per gli algoritmi avanzati di DeepSeek, la Cina sta sviluppando tecnologie che vanno dalla sorveglianza urbana ai veicoli autonomi.

Sì, ci sono timori fondati sul rispetto della privacy e sui limiti imposti alle libertà individuali. Ma allo stesso tempo, Pechino propone la sua visione: un’IA etica, ordinata, sicura, con la Global AI Governance Initiative che ambisce a fissare regole globali dove l’Occidente ancora litiga sui principi.

Stretta dalle restrizioni americane – dai chip ai brevetti – la Cina ha scelto la via dell’autonomia: produrre da sola, innovare da sé, costruire un mercato interno forte e indipendente. La Belt and Road Initiative non è più solo una rete di treni e porti, ma anche di cavi, satelliti, dati, che portano la tecnologia cinese ovunque: in Africa, in Medio Oriente, in Sud America.

Per molti Paesi emergenti, Pechino rappresenta un’alternativa concreta al modello occidentale: più veloce, più accessibile, meno condizionata.

E l’Europa? Può permettersi di restare ferma, mentre Pechino trasforma la scienza in potere? O continuerà a cullarsi nella retorica del primato etico, mentre perde terreno in campo digitale, spaziale, energetico?

Non si tratta di imitare la Cina né di chiudere gli occhi davanti alle evidenti contraddizioni del suo sistema politico: il controllo sociale, la repressione delle libertà, la censura. Ma ignorarne i successi sarebbe un errore strategico colossale.

Oggi più che mai, l’Europa deve guardare alla Cina con rispetto critico, imparare dove serve, competere dove può, e soprattutto difendere il proprio spazio autonomo nel mondo che verrà. Perché il futuro non aspetta.

Il grafico mostra in modo chiaro i cinque settori chiave dell’innovazione cinese, con un indice di sviluppo stimato che evidenzia la forza relativa di ciascuno: dalle energie rinnovabili all’intelligenza artificiale, passando per spazio, chip e smart city.

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