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08/10/2025 ore 19.29
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La (falsa) vendita di orologi di lusso per mascherare le puntate dei calciatori: come funzionava il sistema di scommesse che ha scosso la Serie A

Secondo gli investigatori a gestire il tutto era Tommaso De Giacomo, che ora dopo 4 mesi ai domiciliari è tornato in libertà. Insieme ad altri quattro indagati, tra cui amministratori della gioielleria Elysium Group, ha scelto di patteggiare: l’udienza è fissata per il 26 novembre

di Luca Arnaù

Dopo quattro mesi ai domiciliari, Tommaso De Giacomo torna libero. È uno dei nomi centrali nell’inchiesta sul sistema di scommesse clandestine che ha scosso il mondo del calcio e coinvolto una dozzina di giocatori di Serie A, da Nicolò Fagioli a Sandro Tonali, da Alessandro Florenzi a Mattia Perin, passando per Raoul Bellanova, Samuele Ricci, Weston McKennie e Nicolò Zaniolo.

De Giacomo, 42 anni, era considerato dagli inquirenti uno dei principali referenti della rete illegale che permetteva ai calciatori di piazzare scommesse su piattaforme non autorizzate, spesso con denaro non tracciato. Arrestato lo scorso maggio, il suo nome compariva al centro dell’indagine coordinata dai pm Roberta Amadeo e Paolo Filippini e condotta dalla polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Milano.

Torna libero il presunto gestore del sistema scommesse che aveva coinvolto giocatori di Serie A

Insieme a lui erano finiti ai domiciliari Patrik Frizzera, suo collaboratore, e altri tre uomini d’affari legati alla Elysium Group, una gioielleria milanese di lusso sospettata di aver svolto un ruolo decisivo nei movimenti di denaro. Tutti accusati a vario titolo di riciclaggio e autoriciclaggio, hanno ora scelto la via del patteggiamento, che sarà esaminato il 26 novembre davanti alla giudice per l’udienza preliminare Masci.

Secondo quanto emerso dalle carte della Procura, il meccanismo era tanto ingegnoso quanto illecito. Per ricevere i pagamenti dai calciatori indebitati per le puntate, gli indagati avrebbero simulato vendite di orologi di lusso, spesso accompagnate da fatture false. In questo modo, i trasferimenti di denaro — talvolta di decine di migliaia di euro — risultavano formalmente legittimi. In realtà, rappresentavano la restituzione delle somme perse nelle scommesse clandestine.

I pm scrivono che «i bonifici disposti dai giocatori venivano registrati come pagamenti di articoli di alta orologeria, al solo scopo di giustificare movimenti di denaro di provenienza illecita». In altre parole, un sistema di facciata per ripulire il denaro delle puntate, che aggirava controlli bancari e norme antiriciclaggio.

Le indagini avevano svelato anche il clima di fiducia — e in certi casi di complicità — che legava i giocatori agli intermediari. Alcuni calciatori avrebbero continuato a scommettere nonostante i moniti ricevuti dalle società sportive e dalla Procura federale, utilizzando account di terze persone o piattaforme estere. L’inchiesta aveva documentato decine di operazioni sospette, con cifre che in più di un caso superavano i centomila euro.

De Giacomo, in particolare, era ritenuto uno degli uomini più attivi nel coordinare le puntate e nel gestire il flusso economico delle vincite e delle perdite. La gip Lidia Castellucci, che a maggio aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare, lo aveva descritto come «figura di riferimento di un circuito strutturato e persistente, capace di garantire ai clienti — anche personaggi pubblici — riservatezza e copertura.

Ora, con la decisione di patteggiare, De Giacomo e gli altri indagati puntano a chiudere rapidamente la loro posizione penale, ammettendo i fatti e concordando pene ridotte. Le istanze sono state accolte con il via libera dei magistrati, segno che la Procura considera ormai il quadro probatorio completo.

Parallelamente, la giustizia sportiva ha già sanzionato i calciatori coinvolti. Nicolò Fagioli e Sandro Tonali hanno patteggiato rispettivamente sette e dieci mesi di squalifica, mentre Alessandro Florenzi ha ricevuto un mese di stop. Tutti, secondo le carte, avrebbero piazzato scommesse su piattaforme illegali, anche su partite di calcio.

Il caso, esploso nella primavera del 2024, ha travolto il mondo del pallone, rivelando un sottobosco di scommesse private, debiti e intermediari che per anni si erano mossi ai margini del sistema sportivo. La scarcerazione di De Giacomo segna ora un nuovo capitolo di questa vicenda. Per lui, e per gli altri quattro imputati, il 26 novembre sarà la data decisiva: il giorno in cui il tribunale dovrà valutare i patteggiamenti e mettere fine — almeno sul piano giudiziario — a uno degli scandali più imbarazzanti che abbiano toccato il calcio italiano negli ultimi anni.

Intanto, gli inquirenti continuano a monitorare altri filoni d’indagine, con l’obiettivo di capire se la rete di scommesse si estendesse oltre la cerchia già individuata. Perché, come ha ammesso uno degli investigatori, «dietro ogni puntata c’è un sistema molto più grande».