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12/09/2025 ore 06.30
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Larry Ellison supera Elon Musk: ora l’uomo più ricco del mondo è il fondatore di Oracle con sei matrimoni alle spalle

Con un patrimonio da 393 miliardi di dollari, il cofondatore del cloud dedicato all’IA conquista il primato grazie a un balzo record delle azioni e all’accordo con OpenAI

di Luca Arnaù

Addio ai sogni di gloria di Elon Musk, almeno per questa volta. Il fondatore di Tesla e SpaceX deve cedere lo scettro dell’uomo più ricco del mondo. A strapparglielo è Larry Ellison, cofondatore di Oracle, che con un balzo record a Wall Street ha visto crescere in un solo giorno la sua fortuna di oltre 100 miliardi di dollari, toccando quota 393 miliardi e lasciando Musk a 385. Il Bloomberg Billionaires Index ha certificato il sorpasso: si tratta del più grande incremento giornaliero mai registrato da quando l’indice esiste.

Ellison non è un volto nuovo tra i giganti del capitalismo globale. Nato nel Bronx nel 1944 da una madre diciassettenne che non poteva occuparsi di lui, è cresciuto con gli zii a Chicago. Nonostante le origini modeste, ha costruito un impero che oggi sfida i colossi della Silicon Valley e che gli ha permesso di vivere una vita personale altrettanto fuori scala: sei matrimoni alle spalle, l’ultimo con una ex studentessa dell’Università del Michigan, sposata lo scorso anno.

Il successo dell’ultima settimana non è frutto del caso. Oracle ha annunciato risultati trimestrali che hanno superato ogni previsione degli analisti, con un incremento del 41% del valore azionario. Alla base, l’accordo firmato con OpenAI per potenziare ChatGPT attraverso la potenza di calcolo del cloud Oracle: un’intesa che ha immediatamente scatenato l’entusiasmo degli investitori.

Gli obblighi di prestazione rimanenti – misura che indica gli ordini già acquisiti e non ancora evasi – hanno raggiunto i 455 miliardi di dollari a fine primo trimestre fiscale, quattro volte il valore dello stesso periodo dell’anno precedente. Per dare un’idea delle dimensioni: si tratta di un backlog quattro volte superiore a quello di Google, segnale che il ritmo di crescita della divisione cloud di Oracle potrebbe superare quello del gigante di Mountain View.

Ellison non si è limitato a cavalcare l’onda: ha firmato quattro contratti multimiliardari con tre clienti diversi in pochi mesi e si prepara a chiuderne altri. Le previsioni parlano chiaro: entro la fine di questo anno fiscale gli obblighi supereranno i 500 miliardi, mentre il giro d’affari del cloud crescerà del 77%, raggiungendo quota 18 miliardi. Le proiezioni per il futuro sono ancora più impressionanti: 144 miliardi di dollari di fatturato annuo entro maggio 2030.

Un trionfo che consacra il ruolo di Oracle in un mercato sempre più dominato dall’intelligenza artificiale e dal cloud. E che segna anche una rivincita personale per Ellison, spesso considerato meno glamour rispetto ai vari Musk, Bezos o Zuckerberg. Invece oggi è lui a guardare tutti dall’alto, con un patrimonio che sfiora i 400 miliardi e un’azienda in piena accelerazione.

Dietro i numeri c’è però un personaggio complesso. Ellison ha costruito la sua immagine tra genialità e provocazione: un uomo capace di scommettere quando nessuno ci credeva, ma anche di inseguire passioni costose, dallo yachting alle collezioni immobiliari. Ha comprato intere isole, come Lanai alle Hawaii, trasformandole in laboratori di innovazione sostenibile. Allo stesso tempo, non ha mai smesso di alimentare la leggenda di sé stesso: sei mogli, amicizie con star di Hollywood, un gusto per la sfida che lo ha reso amatissimo da alcuni e odiato da altri.

Musk, dal canto suo, non sembra intenzionato a restare a lungo alle spalle del rivale. La sua fortuna oscilla con i titoli Tesla e con le scommesse spaziali di SpaceX, e in passato ha già riconquistato posizioni perdute. Ma per ora deve ingoiare il sorpasso, in un anno in cui le sue aziende hanno dovuto affrontare critiche, rallentamenti e un mercato meno entusiasta rispetto ai tempi d’oro.

Ellison, intanto, brinda al suo momento d’oro. A 80 anni compiuti, con la biografia che somiglia a una sceneggiatura hollywoodiana, si gode il trono che pochi mesi fa sembrava appannaggio esclusivo di Musk. Con un messaggio chiaro: nel regno dei paperoni non contano solo i razzi, le auto elettriche o i social network. Anche il cloud, silenzioso e invisibile, può trasformare un outsider del Bronx nell’uomo più ricco del pianeta.