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26/02/2025 ore 12.52
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L’endorsement di Trump per Meloni e l'Italia: abbandonare le lotte di potere e pensare solo al bene del Paese

Roma ha un ruolo strategico e centrale nel vasto processo di riorganizzazione degli assetti mondiali: si mettano da parte le lobby che mirano da sempre a recuperare spazi di potere e di spartizione

di Massimo Tigani Sava

Donald Trump e Giorgia Meloni

L’endorsement di Donald Trump a Giorgia Meloni si presta a diverse chiavi di lettura. Tutte di rilevanza strategica. Proviamo a esplicitarle. Mai era accaduto che un presidente degli Stati Uniti d’America dimostrasse tanto palese interesse per l’Italia e per il suo premier, peraltro in una fase in cui si stanno ridisegnando i destini del globo. Voglio ricordare che nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il nostro Paese venne relegato fra gli sconfitti, mentre la Francia di de Gaulle fu trattata quasi alla pari dai vincitori: Usa, Urss e Regno Unito.

A Parigi venne assegnato uno dei cinque seggi permanenti dell’Onu e le si consenti di diventare potenza nucleare. Alcide De Gasperi, leader della Dc che traghettò l’Italia verso la Repubblica, visse tanti momenti di tensione nel confronto con gli Alleati che nel Trattato di Parigi (febbraio 1947) certificarono pesantissime sanzioni per l’Italia, così come per la Germania. La perdita di ampie fasce di territorio fu uno degli aspetti della “punizione” prevista per Roma, soprattutto a favore della neonata Jugoslavia, della Francia e della Grecia. Furono gli Americani a spingere per la ripresa economica di un Paese al quale molti, anche in Europa, non volevano perdonare il ventennio fascista.

Le parole pesantissime di Donald Trump sono state pronunciate a Washington durante la non rituale visita del presidente francese Emanuel Macron che è in cerca di recuperare un ruolo di primo piano, nonostante le difficoltà del suo instabile governo. Immaginate il leader parigino ascoltare in diretta il presidente Usa che elogia l’Italia dandole prestigio e capacità d'azione!

Altre coincidenze meritano di essere adeguatamente segnalate. Proprio in queste ultime ore Friedrich Merz, capo della Cdu-Csu votata come primo partito in Germania (ha ottenuto il 28,6%, e quindi meno del valore che i sondaggi attribuiscono in questo momento a Fratelli d’Italia), pronto a varare il nuovo governo di Berlino ha pronunciato parole che stanno facendo discutere anche la stampa americana. Da un lato Merz ha dichiarato che la Germania deve rendersi indipendente dagli Usa (in che senso?), dall’altro ha detto che un dialogo immediato verrà avviato con Francia e Polonia, non menzionando l’Italia.

Che intenzioni ha Merz? Vuole davvero isolare Afd e tornare a un governo con i socialdemocratici della Spd pesantemente bastonati dagli elettori? I temi urgenti da affrontare, soprattutto in Germania, sono due: freno all’immigrazione illegale e revisione delle politiche verdi e quindi energetiche e dell’auto. Con chi lo farà Merz? Davvero pensa di poter varare le svolte decisive pretese dai tedeschi costruendo un governo con gli eredi di Olaf Scholz, premier bocciato, e con i Verdi? Peraltro i liberali dell’Fdp sono spariti, non riuscendo a superare neanche lo sbarramento del 5%. Certo il dialogo con Afd, diventata il secondo partito e maggioranza nelle regioni dell’Est, non è semplice: imbrigliarli nel governo, però, sarebbero più utile piuttosto che lasciarli all’opposizione dove potrebbero solo continuare a crescere. Vedremo! Ottenere l’indipendenza dagli Stati Uniti d’America è un concetto molto più impegnativo e tutto da interpretare.

Dopo il voto in Germania: Alice Weidel e l’invito di Merz al premier israeliano Netanyahu

Di certo gli Usa, intenzionati a riaprire una collaborazione forte con la Russia, non staranno a guardare. La Germania della Merkel e di Scholz ha giocato troppo in proprio per favorire l’export tedesco, soprattutto in direzione della Cina. Altro che Ue ed Europa unita! Oggi i tedeschi pagano il prezzo dei loro errori strategici. Intendono allontanarsi dagli Usa? In che senso? Ma torniamo all’Italia. Se le lotte di potere romane più cruente non fossero, come sempre, gestite da élite e lobby che tutto fanno tranne che pensare ai problemi della gente comune, occorrerebbe fare quadrato attorno alla premier Giorgia Meloni e capitalizzare un momento geopolitico così favorevole.

L’Italia è al centro dei ragionamenti che i Grandi, con in testa gli Stati Uniti d’America, stanno maturando per ridisegnare il mondo. Con autentico atteggiamento patriottico, e pur nel rispetto delle diverse posizioni politico-ideali, sarebbe indispensabile agevolare la Meloni nel suo percorso, pensando prima al bene dell’Italia e poi di riportare l’Europa su una giusta strada smarrita non certo per colpa di Roma. L’Italia è il Paese del genio, del lavoro, del sacrificio, della dimensione umana del vivere collettivo: un momento tanto strategico non può essere rovinato da quanti inseguono favori, prebende, poltrone, incarichi e progettano assalti alla cosa pubblica. Si pensi solo al popolo, alle imprese, ai lavoratori, ai tanti che possono fare di più e bene, così come a quelli che hanno bisogno di aiuto! Infine una mia personale previsione: Macron dopo la visita alla Casa Bianca inizierà ad avvicinarsi all'Italia!