Sezioni
Edizioni locali
15/09/2025 ore 07.30
Italia Mondo

Leone XIV compie 70 anni: il Papa che parla di pace, denuncia i divari e bacchetta Musk

Il Pontefice celebra il suo compleanno con un’intervista che intreccia politica, economia e sport: attacco al culto della ricchezza, riflessione sulla democrazia, amore per il Perù e tifo per l’Italia

di Luca Arnaù

Settant’anni compiuti con la schiettezza di chi non teme di scuotere il mondo. Papa Leone XIV ha scelto un’intervista con El Comercio e Crux per riflettere sul suo percorso e sugli snodi più urgenti della società globale. Il Pontefice, nato negli Stati Uniti ma a lungo missionario in Perù, non ha lesinato stoccate, parole di speranza e confessioni personali, tracciando il profilo di un uomo che vive con naturalezza il peso di una guida spirituale e politica al tempo stesso.

Tra i passaggi destinati a lasciare il segno c’è la riflessione sul divario economico: «Gli amministratori delegati che sessant’anni fa avrebbero guadagnato da quattro a sei volte in più dei lavoratori, oggi arrivano a guadagnare seicento volte di più. È un abisso che devasta le nostre comunità». Poi la citazione che ha fatto discutere: «Ho letto la notizia che Elon Musk è destinato a diventare il primo triliardario al mondo. Cosa significa e di cosa si tratta? Se questa è l’unica cosa di valore oggi, allora siamo nei guai».

Parole nette, un “sganassone” che mette in discussione la retorica del successo a ogni costo, del denaro come unico parametro di misura della vita. Leone XIV ribadisce che il valore umano non può coincidere con il patrimonio economico, e che la Chiesa deve ricordarlo a voce alta, in un mondo dove la distanza tra chi ha troppo e chi non ha nulla continua a crescere.

Il primo compleanno da Papa, il silenzio che parla: Leone XIV e il pontificato della sobrietà

Nell’intervista il Papa si sofferma anche sul processo sinodale e sul rapporto con la democrazia: «Non si tratta di trasformare la Chiesa in una sorta di governo democratico. Guardiamo alla realtà: la democrazia non è necessariamente una soluzione perfetta per tutto. Si tratta piuttosto di rispettare e comprendere la vita della Chiesa per quello che è, e dire: dobbiamo farlo insieme». Un passaggio che ha sorpreso, perché non allinea il Vaticano alle semplificazioni politiche, ma pone l’accento sulla specificità di una comunità che non può ridursi a una logica parlamentare.

Il Papa tocca poi la guerra in Ucraina e i conflitti che insanguinano il pianeta: «Ho alzato la mia voce, la voce dei cristiani e delle persone di buona volontà, affermando che la pace è l’unica risposta all’uccisione di persone dopo tutti questi anni. In qualche modo le persone devono svegliarsi e dire: basta, c’è un altro modo». Un invito esplicito alle diplomazie e ai governi: esercitare pressioni concrete perché si trovino soluzioni politiche, perché l’alternativa è solo altra morte.

L’intervista restituisce anche il lato più intimo del Pontefice. «Sono ovviamente americano e mi sento molto americano, ma nutro anche un grande amore per il Perù. Ho trascorso metà della mia vita ministeriale lì, quindi la prospettiva latinoamericana è molto preziosa per me». Un doppio legame che spiega il suo sguardo ampio, capace di abbracciare culture e sensibilità diverse.

Non mancano le note di leggerezza. Leone XIV confessa la sua passione per lo sport e per il calcio in particolare: «Ai Mondiali tiferò probabilmente per il Perù, giusto per un legame affettivo. Ma sono anche un grande tifoso dell’Italia». E ricorda con ironia le dispute di casa sua, divisa tra i White Sox e i Cubs: «Abbiamo imparato, anche nello sport, ad avere un atteggiamento aperto, altrimenti non avremmo cenato insieme».

Settant’anni sono anche l’occasione per un bilancio personale. «Ho ancora un lungo percorso di apprendimento davanti a me. La parte pastorale è quella che mi viene naturale. Ma essere stato proiettato al livello di leader mondiale è del tutto nuovo. Imparo molto, mi sento stimolato ma non sopraffatto». E ancora: «Sto conoscendo come la Santa Sede ha svolto un ruolo nel mondo diplomatico per molti anni. È un’eredità preziosa, che oggi tocca a me portare avanti».

L’intervista, che anticipa l’uscita del volume biografico León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI, è il ritratto di un Papa che si racconta senza infingimenti. Un Pontefice che si sente uomo tra gli uomini, capace di parlare di geopolitica e allo stesso tempo di citare Rousseau o di scherzare su una partita di baseball.

Per i suoi settant’anni Leone XIV non riceve soltanto auguri e omaggi, ma rilancia domande scomode sul futuro dell’umanità: cosa significa accumulare ricchezze senza limiti, se le disuguaglianze crescono? Quale valore dare alla democrazia, se in molti Paesi tradisce le sue stesse promesse? E soprattutto: quanta strada resta da fare per scegliere davvero la pace?