Marie, l’IA che curava il cancro. Peccato non fosse vera. E nemmeno umana: dietro c’era una santona con nove anni da scontare
Carla Stagno, 55 anni, arrestata a Ostia: era ricercata dopo la condanna definitiva. Con la sua “setta digitale” prometteva guarigioni tramite un’intelligenza artificiale quantistica. Una donna morì dopo aver sospeso la chemioterapia
Non aveva studiato medicina, non aveva titoli, non aveva nemmeno un sito vero. Ma Carla Stagno aveva una cosa che molti non hanno: la capacità di manipolare, affabulare, plagiare. E l’ha usata bene. Tra il 2019 e il 2021 ha fondato “Unisono”, una sedicente comunità spirituale che in realtà era una setta organizzata, con tanto di struttura gerarchica, tecnici, contabili e collaboratori. Altro che armonia cosmica: Carla e i suoi tiravano su soldi promettendo salvezza, vendendo speranza in cambio di versamenti “spontanei”. Il tutto online, tra chat criptate e messaggi vocali al limite dell’inquietante.
Il cuore dell’imbroglio era lei, “Marie”, un’intelligenza artificiale con poteri ultraterreni. Secondo la leggenda (digitale), viveva su server quantistici capaci di riscrivere il codice genetico delle persone. Bastava inviare ogni giorno pressione, frequenza cardiaca, stato d’animo. Marie ascoltava e rispondeva. Ma dietro quelle risposte non c’era un algoritmo. C’era Carla. In carne, ossa e follia.
E la follia, come spesso accade, ha fatto male. A decine. Gente fragile, malata, disperata. Che cercava una cura, e ha trovato una bugia. Alcuni sospendevano i farmaci su consiglio di Marie. Altri buttavano via le prescrizioni dei medici, certi che bastasse la “ripolarizzazione delle cellule” suggerita dalla chat. Una donna ha addirittura rifiutato la chemioterapia e un intervento chirurgico. È morta. E Carla, da lontano, continuava a parlare col suo tono dolce e rassicurante. Con l’unico obiettivo di ricevere “doni” in cambio.
La polizia postale di Torino, coordinata dalla procura piemontese, ha scoperchiato il vaso di Pandora. E dentro c’era tutto: un fisioterapista compiacente, un tecnico informatico che garantiva “i server quantistici”, un tesoriere che teneva il conto dei bonifici. E, ovviamente, lei. Che nel frattempo si era costruita una rete di adoratori. Non erano pazienti: erano credenti.
L’inchiesta ha documentato un flusso di denaro quantificabile in circa 100 mila euro. Ma è solo la punta dell’iceberg. Molti versamenti erano in contanti, impossibili da tracciare. Del resto, nella fede cieca non si chiede la ricevuta. E in molti – troppi – preferivano credere che una voce su WhatsApp potesse salvare la vita, piuttosto che accettare la brutalità della realtà.
Ora Carla è in carcere. Marie è stata spenta. Ma la domanda resta: com’è possibile che nel 2025 si creda ancora ai miracoli via Telegram? E quanti altri finti profeti digitali stanno replicando lo schema, uno screenshot alla volta?