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25/11/2025 ore 11.47
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Il messaggio di Mattarella per il 25 novembre: «Parità significa prima di tutto educare al linguaggio del rispetto»

Il Presidente della Repubblica ricorda l’assassinio delle sorelle Mirabal nel 1960: «Libertà e protagonismo sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno»

di Redazione Attualità

«In ogni ambito della vita sociale e privata, nelle case, nei luoghi di lavoro e negli spazi urbani, il principio della parità tarda ad affermarsi, limitando l'autonomia femminile, compromettendo la sicurezza delle donne, impoverendo il progresso della società»: è il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

«I teatri di conflitto armato, dove la violenza contro le donne viene utilizzata come strumento di intimidazione e oppressione, ne sono drammatico esempio. Oggi assistiamo al dilagare di forme di violenza consentite dalla dimensione digitale, amplificate dalle dinamiche dei social network, con effetti tutt'altro che virtuali: umiliazioni, ricatti, coercizioni che portano, nei casi più gravi, ad aggressioni fisiche e femminicidi», aggiunge Mattarella.

«Abusi - prosegue Mattarella - che lasciano cicatrici profonde nel corpo e nella mente. In questo contesto, affatto indifferente è l'uso del linguaggio quando alimenta stereotipi, pretende di giustificare relazioni di dominio e comportamenti inaccettabili. Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto. Nel 65° anniversario dell'assassinio delle sorelle Mirabal, torturate e uccise il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana - oggi, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - la loro scelta di opporsi alla dittatura continua a ispirare intere generazioni, ricordandoci che libertà e protagonismo delle donne sono conquiste collettive da difendere e consolidare ogni giorno», afferma il presidente della Repubblica.