Sezioni
Edizioni locali
22/08/2025 ore 16.39
Italia Mondo

Medio Oriente, Onu: «A Gaza è carestia, a rischio 132.000 bimbi»

Il grido d’aiuto del responsabile umanitario delle Nazioni Unite Tom Fletcher: «Per il bene dell'umanità, fateci entrare nella Striscia». Israele: «Rapporto falso e basato su dati di Hamas»

di Redazioni Esteri
Palestinesi alla ricerca di cibo nella Striscia di Gaza (Foto Ansa)

La carestia a Gaza è «interamente provocata dall'uomo» e le vite di 132.000 bimbi sotto i cinque anni sono a rischio a causa della malnutrizione. È quanto si legge nel rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), sistema globale di monitoraggio della fame sostenuto dall'Onu, che ha dichiarato ufficialmente lo stato di carestia nella Striscia a causa del blocco degli aiuti da parte di Israele. «Il tempo del dibattito e dell'esitazione è passato, la fame è presente e si sta diffondendo rapidamente», afferma il rapporto.

Nel rapporto si afferma che i livelli di malnutrizione, in particolare fra i bambini, sono aumentati drasticamente negli ultimi mesi nella prima carestia conclamata del Medio Oriente. «Si prevede che entro giugno 2026 almeno 132.000 bimbi sotto i cinque anni soffriranno di malnutrizione acuta, il doppio rispetto alle stime dell'Ipc di maggio», si legge nel documento.

Ci sono oltre 41.000 casi di bambini ad alto rischio di morte e circa 55.500 donne incinte e in allattamento risultano malnutrite e richiedono urgentemente cibo e assistenza. «Dopo 22 mesi di conflitto incessante, oltre mezzo milione di persone nella Striscia di Gaza si trova ad affrontare condizioni catastrofiche caratterizzate da fame, miseria e morte», afferma ancora il rapporto.

Si prevede che questo numero, basato sulle informazioni raccolte tra il 1 luglio e il 15 agosto, salirà a quasi 641.000 persone, quasi un terzo della popolazione, entro la fine di settembre. L'Ipc ha anche affermato che si tratta del peggioramento più grave della situazione da quando ha iniziato ad analizzare i dati sulla fame nella Striscia. Preoccupa in particolare la situazione a Gaza City, dove è stata avviata l'occupazione da parte dell'esercito israeliano, e la carestia potrebbe estendersi a sud, fino a Deir al-Balah e Khan Younis, entro la fine del mese prossimo.

Commentando i dati, il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha sottolineato che la fame a Gaza è «apertamente promossa da alcuni leader israeliani come arma di guerra». «Per il bene dell'umanità, fateci entrare nella Striscia», è l'appello disperato lanciato da Fletcher alle autorità israeliane: «Facciamo arrivare cibo e altri rifornimenti senza impedimenti e nella quantità massiccia richiesta. È troppo tardi per troppi, ma non per tutti a Gaza». 

«È una carestia che ci perseguiterà tutti» ha aggiunto, invitando il premier Benjamin Netanyahu a un «cessate il fuoco immediato» e chiedendo che vengano aperti i valichi per far entrare gli aiuti umanitari. «Utilizzare la fame come mezzo di pressione è un crimine di guerra e le morti che ne conseguono possono anche costituire un crimine di guerra di omicidio volontario», ha denunciato l'Alto commissario Onu per dei diritti umani Volker Turk. Per Turk si tratta del «risultato diretto delle azioni intraprese dal governo israeliano, che ha illegalmente limitato l'ingresso e la distribuzione di aiuti umanitari e altri beni necessari alla sopravvivenza della popolazione civile nella Striscia di Gaza». Turk ha esortato le autorità israeliane ad adottare misure immediate per porre fine alla carestia e prevenire ulteriori perdite di vite umane: «Devono garantire l'immediato invio di aiuti umanitari in quantità sufficienti e il pieno accesso alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni umanitarie».

Israele afferma di "respingere fermamente" le conclusioni dell'ultimo rapporto dell'IPC, «in particolare l'affermazione sulla carestia a Gaza City». Il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori (Cogat), l'organismo militare responsabile degli aiuti, afferma che «il rapporto è falso e si basa su dati parziali e di parte e su informazioni superficiali provenienti da Hamas, un'organizzazione terroristica». Prosegue definendo la valutazione dell'Ipc unilaterale accusandola di ignorare «gli ampi sforzi umanitari intrapresi a Gaza». «Fatti distorti minano la credibilità dell'Ipc», afferma Israele.

Gran Bretagna: «La carestia Gaza causata da Israele, oltraggio morale»

«Il rifiuto del governo israeliano di consentire l'ingresso di aiuti sufficienti a Gaza» ha causato la «catastrofe» della carestia, che rappresenta «un oltraggio morale». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, dopo la pubblicazione del rapporto dell'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), sistema globale di monitoraggio della fame sostenuto dalle Nazioni Unite, sulla carestia nella Striscia. Il documento «evidenzia chiaramente le conseguenze disastrose, soprattutto per i bambini», ha aggiunto Lammy.