Milano saluta Giorgio Armani: in centinaia alla camera ardente del Re della moda nel teatro di via Bergognone
Mazzi di fiori bianchi, lanterne e incenso per l’ultimo omaggio al Maestro dello stile. Il sindaco Sala: «Favorevole all’iscrizione al Famedio, ma deciderà la famiglia»
Sono centinaia, arrivate fin dalle 7 di questa mattina, le persone in coda per dare l'ultimo saluto a Giorgio Armani nel suo teatro di via Bergognone, a Milano, che ospita la camera ardente del grande stilista, aperta alle 9.
Due le file per accedere all'interno; una riservata ai dipendenti della Giorgio Armani, una alla gente comune. Tra i primi ad arrivare il sindaco Beppe Sala, il presidente di Stellantis John Elkann con la moglie Lavinia, Gianni Petrucci presidente di Federbasket e Gianni Messina coach dell'Olimpia.
"Io sono assolutamente favorevole all'iscrizione al Famedio, lo valuterà una commissione, ma credo che non ci saranno problemi, però sarà rispettoso chiedere alla famiglia se la cosa fa piacere": così il sindaco di Milano Beppe Sala, all'uscita della camera ardente per Giorgio Armani, spiega come Milano intende ricordare il grande stilista. La commissione delegata si riunirà nelle prossime settimane e quindi "siamo ancora in tempo per farlo quest'anno".
Giorgio Armani, a 91 anni se n’è andato un gigante“Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia". È la frase di Giorgio Armani che campeggia sul grande schermo con l'immagine dello stilista nella sala dove è stata allestita la camera ardente, aperta dalle 9 alle 18 di oggi e domani.
Ad accogliere le centinaia di persone in coda numerosi mazzi di fiori bianchi che adornano i corridoi dello spazio progettato da Tadao Ando. Poi, all'interno della sala che solitamente ospita le sfilate della maison, centinaia di lanterne di carta illuminate dalla luce delle candele e quel profumo di incenso che caratterizza ogni spazio firmato Giorgio Armani. Semplice la bara, sormontata da un mazzo di rose bianche, affiancata dal picchetto d'onore dei carabinieri e dal gonfalone del comune di Milano listato a lutto. Su un tavolino, una lastra d'alabastro con un crocifisso. In sala, lo storico braccio destro Leo Dell'Orco e altri collaboratori.