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17/12/2025 ore 12.50
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Negoziati di pace, Meloni: «Italia non manderà soldati in Ucraina. Mantenere la pressione sulla Russia»

Comunicazioni in Parlamento della premier in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. «Da Mosca pretese irragionevoli»

di Redazione Politica
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Quella per la pace in Ucraina «è chiaramente una trattativa estremamente complessa, che per arrivare a compimento non può, però, prescindere dalla volontà della Russia di contribuire al percorso negoziale in maniera equa, credibile e costruttiva. Purtroppo, ad oggi, tutto sembra raccontare che questa volontà non sia ancora maturata. Lo dimostrano i continui bombardamenti su città e infrastrutture ucraini, nonché sulla popolazione inerme, e lo confermano le pretese irragionevoli che Mosca sta veicolando ai suoi interlocutori. La principale delle quali riguarda la porzione di Donbass non conquistata dai russi». Lo ha detto in Aula alla Camera la premier Giorgia Meloni, nel corso delle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre.

No a soldati italiani in Ucraina

Per quanto riguarda le garanzie di sicurezza per Kiev «sono tre gli elementi dei quali si sta discutendo. La garanzia di un solido esercito ucraino; l'ipotesi di dispiegamento di una forza multinazionale, in Ucraina, per la rigenerazione delle forze armate, guidata dalla cosiddetta coalizione dei volenterosi, ma con partecipazione volontaria di ciascun Paese (e approfitto per ribadire che l'Italia non intende inviare soldati in Ucraina); e garanzie da parte degli alleati internazionali - a partire dagli Stati Uniti - sul modello dell’articolo 5 del patto atlantico, opzione che tutti ricordate essere stata proposta proprio dall'Italia, a dimostrazione del contributo fattivo della nostra Nazione all'obiettivo di una pace giusta e duratura».

«Mantenere pressione sulla Russia»

«Il cammino verso la pace in Ucraina dal nostro punto di vista, non può prescindere da quattro fattori fondamentali», ha detto in Aula alla Camera la premier Meloni, sottolineando il clima «costruttivo e unitario» registrato al vertice di Berlino di lunedì scorso.

La premier ha ricordato «lo stretto legame tra Europa e Stati Uniti, che non sono competitor in questa vicenda, atteso che condividono lo stesso obiettivo, ma hanno sicuramente angoli di visuale non sovrapponibili, dati soprattutto dalla loro differente posizione geografica. Il rafforzamento della posizione negoziale ucraina, che si ottiene soprattutto mantenendo chiaro che non intendiamo abbandonare l'Ucraina al suo destino nella fase più delicata degli ultimi anni. La tutela degli interessi dell'Europa, che per il sostegno garantito dall'inizio del conflitto, e per i rischi che correrebbe se la Russia ne uscisse rafforzata, non possono essere ignorati e il mantenimento della pressione sulla Russia, ovvero la nostra capacità di costruire deterrenza, di rendere cioè la guerra non vantaggiosa per Mosca», ha rimarcato Meloni.