Sezioni
Edizioni locali
25/09/2025 ore 20.10
Italia Mondo

Otto e Mezzo diventa un ring: Fini attacca Gruber, microfono tolto e accuse di «domande stupide». Lui si smarca da Meloni su Trump e Palestina

Botta e risposta infuocato tra la giornalista e l’ex presidente della Camera, che ha poi criticato il «discorso imbarazzante» del tycoon all’Onu e difeso il diritto dei palestinesi a una patria

di Luca Arnaù
Stefano Carofei

Un titolo che prometteva un confronto politico e si è trasformato in un match televisivo. La puntata di Otto e Mezzo dedicata a “Trump, Meloni e la flottilla” si è accesa con un duello senza esclusione di colpi tra Gianfranco Fini e Lilli Gruber. L’ex presidente della Camera, tornato dopo anni lontano dai riflettori, è apparso combattivo e insofferente agli incalzanti interventi della conduttrice. Ne è uscito un botta e risposta che ha trasformato lo studio di La7 in un’arena.

Il momento più teso è arrivato quando la Gruber ha chiesto: «Quante volte sente Meloni?». Fini, visibilmente infastidito, ha replicato: «Mi dica lei cosa vuole che le risponda. Questa non è politica, è pettegolezzo». Poco dopo ha alzato ulteriormente il tono: «Se ho rapporto con Meloni? Non rispondo a domande stupide». Una frase che ha gelato lo studio e costretto Massimo Giannini, ospite in collegamento, a tentare una mediazione.

Lo scontro è degenerato quando la conduttrice, irritata dalle interruzioni, ha chiesto alla regia di togliere l’audio al microfono di Fini. «Non posso fare una puntata di quindici ore per lasciarle rispondere», ha detto, giustificando la scelta. A quel punto Fini, colpito ma non domo, ha ribattuto: «Queste non sono domande, contengono al loro interno delle tesi politiche. Legittime, certo, ma sono le stesse tesi della sinistra. Non mi può dire che lei è super partes».

Il clima è rimasto incandescente fino al finale, quando la Gruber ha sbottato: «Perché è venuto in questa trasmissione?». La risposta di Fini è stata tagliente: «Perché lei mi ha invitato e io sono qui a dire quello che penso io, non quello che pensa lei. Ma la risolviamo dopo in privato».

Sul merito politico, Fini non ha risparmiato critiche a Giorgia Meloni. Pur ribadendo: «Sono sempre stato con il presidente del Consiglio e la voterò ancora», ha preso le distanze su due dossier caldi: Palestina e Trump. «La destra non è mai stata contro il diritto dei palestinesi ad avere la loro patria, e Giorgia lo sa benissimo. Riconoscere lo Stato palestinese è un dovere, ma attenzione al contesto: farlo ora sarebbe un gesto fortemente simbolico, con possibili rimbalzi negativi. Attendiamo una leadership palestinese chiara».

Ancora più netto il giudizio sul presidente americano: «Su Trump ho una sensibilità diversa dalla sua. Il suo discorso all’Onu è stato imbarazzante». Parole che hanno acceso ulteriormente il confronto, confermando le divergenze tra la vecchia guardia della destra e la nuova leadership di Fratelli d’Italia.

Trump show all’Onu, il presidente Usa ne ha per tutti: «Io ho fermato 7 guerre, da Nazioni Unite solo parole. Ue? Imbarazzante»

Fini ha parlato anche della striscia di Gaza: «Che sia genocidio o strage di massa, non mi impicco alle parole, ma dobbiamo porre rimedio. La politica internazionale si fa con atti concreti, non con gli slogan». E sulla flottilla diretta a Gaza ha usato toni misurati: «Non parlerei di attacco, piuttosto di un’azione di disturbo. La loro è un’iniziativa umanitaria lodevole, con insegne politiche evidenti, ma non ci trovo nulla di male. Aiutare è un dovere morale e politico. Non drammatizziamo: come nei cortei, ci possono essere cialtroni».

Non è mancata una parentesi su Charlie Kirk, l’attivista trumpiano ucciso a colpi di pistola e commemorato alla Camera: «Non lo conoscevo, sono ignorante, non ne avevo mai sentito parlare. Non vedo cosa ci sia di sbagliato a ricordare una persona assassinata, a prescindere dal colore politico».

Il finale ha visto una tregua di facciata. Dopo il “Punto” di Paolo Pagliaro, la conduttrice è rientrata in studio ringraziando l’ospite e augurandosi di rivederlo presto. «Eh, se lei mi invita ancora…», ha risposto Fini, con un mezzo sorriso. Ma la sensazione è che la prossima volta serviranno non solo due conduttori ma anche un arbitro di pugilato.