Sezioni
Edizioni locali
21/07/2025 ore 08.33
Italia Mondo

Pettorali scolpiti, reels ispirati e milioni di follower: l'avanzata inarrestabile dei preti-influencer che predicano tra like e squat

Da don Cosimo Schena a “o prete gato”, passando per Frate Mago e don Bruno: la nuova Chiesa è social, muscolare e sempre più virale

di Luca Arnaù

Se lo spirito è pronto, ma la carne è debole… c’è chi corre in palestra a fortificarla. Con il crocifisso al collo e i pettorali in bella vista. In una Chiesa sempre più bisognosa di attenzione (e di attenzione mediatica), a farsi largo sui social sono loro: i preti-influencer, sacerdoti che tra bilancieri, citazioni evangeliche e selfie con il cane riscrivono l’immaginario della fede a colpi di like.

Altro che don Abbondio. Questi qui sono fighi, palestrati, vestono t-shirt attillate (col colletto bianco ben in vista) e parlano la lingua di TikTok. In un mondo dove ogni follower può diventare un’anima da salvare, la Chiesa ha capito che è meglio non restare indietro. Così ha deciso di abbracciare la svolta virale, e il 28 e 29 luglio 2025 organizzerà a Roma il primo Giubileo degli influencer cattolici. Un segnale chiaro: i nuovi missionari passano da Instagram.

Tra i volti più noti c’è Jefferson Merighetti, brasiliano, trent’anni, occhi scuri, sorriso magnetico. Su TikTok è conosciuto come “o prete gato” – ovvero “il prete figo”. E lo è davvero: posa come un modello, ma predica come un parroco. Vive a Roma e conta decine di migliaia di follower, attratti dal contrasto tra estetica curatissima e contenuto spirituale.

C’è poi don Giuseppe Fusari, bresciano, noto come “il prete culturista”: fisico da bodybuilder e Bibbia sempre in mano. Il suo messaggio è chiaro: “Il corpo è il tempio dello Spirito Santo”. Tradotto: si può parlare di fede anche tra un curl per i bicipiti e una ripetizione di addominali. Sullo stesso filone si colloca don Michele Schiavone, parroco pugliese che diffonde la Parola di Dio direttamente dal tappetino da yoga o con i manubri in mano. Ma il più pop di tutti è lui: don Cosimo Schena.

Sacerdote, poeta, musicista, influencer da quasi mezzo milione di follower su Instagram. Sempre impeccabile, barba curata, sguardo intenso, magliette che sottolineano il torace e post motivazionali montati con ritmo da content creator. Compare spesso accanto al suo cane, in reel che sembrano trailer di Netflix più che messaggi pastorali. Ma la gente lo segue, lo commenta, lo condivide. E in fondo, è quello che conta oggi.

Poi ci sono quelli che la buttano sul ridere. Ma con intelligenza. Frate Mago, ad esempio, è un cappuccino che usa i trucchi di prestigio per spiegare il Vangelo. I suoi video sono piccoli spettacoli che fanno sorridere e riflettere. O don Roberto Fiscer, che riesce a tradurre ogni parabola nei linguaggi dei giovanissimi: meme, trend, filtri. Dove non arriva l’omelia, arriva l’algoritmo.

E come dimenticare don Bruno, il prete innamorato dei Ricchi e Poveri. Dai tempi delle apparizioni a Pomeriggio Cinque, ha trasformato Mamma Maria in un inno mariano versione disco. Si è esibito persino a The Voice Senior, facendo ballare le nonne e diventando mascotte trash di cresime, matrimoni e battesimi. Un vero idolo delle feste patronali. Sempre con la benedizione di Dio, si intende.

Accanto ai preti da palcoscenico, ci sono anche figure più impegnate, come don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans. Niente filtri, niente balletti, ma tanto coraggio e presenza tra i migranti. Una fede incarnata, concreta. E che forse proprio per questo fatica a diventare virale.

Intanto la Chiesa osserva, prende appunti, e rilancia: se il futuro passa dai social, tanto vale guidarlo. Il Giubileo degli influencer sarà una consacrazione simbolica di questa nuova missione digitale. Dove ogni like può essere una preghiera, e ogni reel una predica.

I puristi gridano allo scandalo. Ma in fondo, è sempre stato così: cambiano i pulpiti, non le parole. E se un tempo il Vangelo si ascoltava in chiesa, oggi si può anche scrollare. Purché arrivi, e tocchi. Magari con un filtro vintage e una musica di sottofondo. La talare resta, ma sotto si intravede l’addome scolpito. Amen.