Pisolini, love leave e maggiordomi aziendali: quando il lavoro diventa quasi una vacanza
Dal giorno libero per un appuntamento romantico al bonus per ciclisti, i benefit più creativi che fanno bene ai dipendenti (e al fatturato)
Altro che “lavorare stanca”: in certe aziende il problema è non rilassarsi troppo. La nuova frontiera dei benefit aziendali sembra uscita da un manuale di sopravvivenza per pendolari stressati e single impenitenti. Coverflex, piattaforma specializzata in retribuzione e welfare, ha messo insieme una classifica di bonus curiosi sparsi per il globo. E sì, c’è da chiedersi se in certe sedi lavorare sia ancora la parola giusta.
In Thailandia, ad esempio, hanno pensato a chi torna a casa e trova il frigo vuoto e la vita sentimentale pure. Ecco il “love leave”: un congedo extra per i dipendenti single, utile a coltivare nuove relazioni senza rubare ore di sonno (o di straordinari). Una scelta che fa sorridere, ma dietro c’è la consapevolezza che un lavoratore soddisfatto nella vita privata porta energia anche in ufficio.
In Giappone, patria della dedizione estrema, il culto dell’“inemuri” — ovvero schiacciare un pisolino alla scrivania — è considerato segno di abnegazione. L’idea è semplice: se sei così stanco da addormentarti al volo, vuol dire che stai dando tutto al lavoro. In Italia, invece, si punta all’efficienza con il “maggiordomo aziendale”, un professionista che ritira pacchi, paga bollette e porta la camicia in tintoria mentre tu resti concentrato (o almeno ci provi).
In Francia il diritto alla disconnessione è legge: email e telefonate fuori orario? Non pervenute. Alcune aziende ci aggiungono weekend sponsorizzati di “digital detox” per staccare davvero la spina. In Germania, invece, si premia la mobilità sostenibile: bonus mensili o rimborsi chilometrici per chi va al lavoro in bicicletta.
Dall’altra parte dell’Atlantico, alcune aziende americane hanno fiutato un’altra fonte di felicità: gli animali domestici. Ecco allora giorni liberi retribuiti per accogliere un cucciolo in famiglia, più benefit veterinari e assicurazione. Un’idea che, a giudicare dalle code (dei cani, ma anche degli impiegati), sembra funzionare.
Nei Paesi Bassi, oltre alla bici in leasing, c’è un rimborso generoso per arredare al meglio la postazione di lavoro in casa: sedia ergonomica, scrivania regolabile, lampada anti-malinconia. In Belgio il benefit più popolare resta l’auto aziendale, con carburante pagato e libertà d’uso anche nei weekend.
Poi c’è la Finlandia, dove la sauna aziendale è un’istituzione: niente a che vedere con il relax solitario, qui si fa squadra a colpi di vapore, tra una riunione e l’altra. Infine la Danimarca, che mette al centro la famiglia con aiuti economici per i figli e congedi parentali realmente condivisi: non più “mamma a casa, papà in ufficio”, ma entrambi coinvolti.
«Questi benefit non sono solo espressione di generosità aziendale, ma veri e propri investimenti nel benessere dei dipendenti», sottolinea Andrea Guffanti, general manager di Coverflex. «Una vita equilibrata e soddisfacente si traduce in maggiore impegno, lealtà e produttività. Le aziende che abbracciano queste innovazioni attraggono talenti e costruiscono una cultura d’impresa all’avanguardia, dove lavoro e vita personale convivono in armonia».
Dopo aver letto la lista, il rischio è guardare la propria scrivania con altri occhi. Magari chiedendo se almeno la pausa caffè possa diventare “pausa gin tonic”.