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11/05/2025 ore 11.19
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Prevost sotto attacco: cos’è Sodalicio, il movimento che ha provato a fermare il papa scelto da Francesco

Prima dell’elezione il nuovo pontefice è finito nel mirino di una campagna per screditarlo. Il suo legame con Francesco e la verità sul caso di abusi in Perù svelano una guerra per il futuro della Chiesa

di Redazione Attualità

Nei giorni precedenti all’elezione di Leone XIV un movimento avrebbe cercato di screditare il papa. Un attacco preventivo assestato dal Perù e veicolato, almeno in parte, dalla destra della Chiesa. Obiettivo: Robert Francis Prevost, poi eletto al soglio pontificio. Ecco la storia di questo tentativo.

Cos’è Sodalicio, il movimento che avversa Prevost

Sodalicio de Vida Cristiana nasce a Lima nel 1971 per iniziativa del laico peruviano Luis Fernando Figari. Ben presto si afferma come un gruppo chiuso, rigidamente gerarchico, con tratti quasi settari. “Una disciplina militare, più che religiosa”, dice al Fatto Quotidiano un esponente di una delle maggiori associazioni cattoliche mondiali, che ha chiesto l’anonimato. “Sodalicio è un gruppo di potere con radici nelle élite di destra. È una chiesa nella Chiesa”.

Sodalicio si espande in 25 Paesi, fonda università, ottiene prestigiosi incarichi dalla Chiesa: Giovanni Paolo II nel 1997 gli riconosce ufficialmente lo status di società di vita apostolica, Benedetto XVI nomina Figari uditore al Sinodo dei Vescovi. Ma nel 2011 emergono le prime denunce di abusi sessuali e psicologici. Figari si dimette, ma rimane protetto da una rete ecclesiastica silenziosa e potente.

La battaglia di Francesco contro l'impunità

Nel 2015 papa Francesco istituisce una commissione guidata da Charles Scicluna e Jordi Bertomeu per indagare sugli abusi. Le inchieste portano all’allontanamento dell’arcivescovo Eguren, riferimento di Sodalicio in Perù. Ma la vera svolta arriva nel 2025, quando – nonostante le sue condizioni di salute – Francesco decide di sciogliere definitivamente il movimento. Il decreto porta la data di gennaio, ma viene controfirmato da Sodalicio il 14 aprile, appena una settimana prima della sua morte.

Pedro Salinas, giornalista peruviano che da dieci anni indaga sul caso, racconta al Fatto Quotidiano: “È significativo che Sodalicio abbia firmato solo dopo che suor Simona Brambilla li ha messi alle strette. Aspettavano che Bergoglio morisse”. E aggiunge: “Firmando lo scioglimento, Francesco ha impedito ai membri di screditare Prevost in Conclave e gli ha dato una possibilità concreta di diventare papa”.

Le accuse a Prevost: strategia per colpirlo

Dopo la soppressione del movimento, parte una campagna per screditare il cardinale Robert Prevost, nominato Prefetto dei vescovi proprio da Francesco. Le accuse? Aver coperto gli abusi commessi in Perù. Salinas è netto: “Le accuse contro Prevost sono totalmente false. Fanno parte di una campagna studiata per delegittimarlo agli occhi dell’opinione pubblica”.

Il giornalista ricorda che Prevost fu tra i primi a denunciare quanto accadeva: “Nel 2022 presentò formalmente le denunce, e inviò un report al presidente del Dicastero per la Dottrina della Fede. Non si è mai tirato indietro”. Ma nel 2023, proprio in coincidenza con la caduta di Eguren, le accuse a Prevost riemergono e vengono rilanciate da alcuni media legati alla destra cattolica. Poi riemergono proprio quando Prevost si affaccia al balcone di San Pietro.

Una guerra per il futuro della Chiesa

La vicenda non è solo una resa dei conti interna. È la fotografia di una battaglia ideologica che attraversa il corpo della Chiesa. Da un lato, chi ha voluto il cambiamento avviato da Francesco. Dall’altro, chi mira a riportare tutto sotto controllo, con una rete trasversale che unisce media, potere finanziario e ambienti ecclesiastici tradizionalisti. “Hanno iniziato a screditare il papabile in linea con Francesco che mai avrebbe riaccreditato il movimento peruviano e simili”, afferma Salinas.