Raoul Bova a Verissimo: «Una vera violenza contro di me, ma io cammino a testa alta»
Dalla denuncia alla polizia postale alla scelta di non piegarsi al ricatto: «Era come se mi sparassero con i social». E sulla sua vita privata con Rocio: «Non siamo obbligati a dare il bollettino dei nostri sentimenti»
Raoul Bova è tornato davanti alle telecamere, ma stavolta non per un film o una fiction. Ospite di Verissimo, l’attore ha scelto di raccontare a Silvia Toffanin la vicenda che lo ha travolto durante l’estate: la diffusione di alcuni audio privati, diventati virali sui social, e il tentativo di estorsione che ne è seguito. Una vicenda che, parole sue, «è stata una vera violenza», più dolorosa di quanto potesse immaginare.
«All’inizio non ho capito l’entità e la gravità di ciò che stava succedendo – ha confessato –. Ho rimandato il ricatto al mittente e ho detto che non avevo niente da nascondere. Non si deve mai accettare l’estorsione: diventa un incubo, è l’inizio della fine. Io ho denunciato subito alla polizia postale, anche se mi dicevano che avrei perso lavoro e reputazione. Invece cammino a testa alta, chi mi conosce sa chi sono».
Il riferimento è agli ormai celebri “occhi spaccanti”, la frase contenuta negli audio della modella Martina Ceretti che hanno incendiato il gossip estivo. Ma Bova non ci sta a ridurre tutto a una caricatura. «Il problema non era lo sfottò, ma che quella notizia nasceva da qualcosa di illegale e diffamatorio. È come se una persona che ha appena sparato chiedesse agli altri di fare lo stesso. Solo che la pistola, in questo caso, è Instagram, sono i social, i meme. Si uccide in nome di un like. Questo mi ha fatto male, perché è una vera violenza».
Un’analisi amara, che lo porta a pensare anche alle vittime di revenge porn: «Io ho avuto gli strumenti per difendermi, ma cosa può succedere a una ragazza giovane, esposta, derisa e insultata? Alcune si sono tolte la vita. Non è un gioco, è un problema sociale enorme. Servono leggi e strumenti forti, perché non è accettabile che la reputazione di una persona venga infangata così».
L’attore ha parlato anche del suo rapporto con Rocio Munoz Morales, da mesi oggetto di indiscrezioni. «La nostra situazione la sappiamo noi – ha chiarito –. Non tutto va comunicato al pubblico. Non siamo obbligati a dare il bollettino dei sentimenti. Si è parlato di tradimenti, separazioni, ma erano illazioni. Ho quattro figli e nessuno ha pensato a loro, alla sofferenza che certi titoli possono provocare».
Bova non nasconde che anche nella sua vita privata ci siano state difficoltà: «Ho vissuto separazioni, so cosa significhi. Con Chiara ci vediamo tutti i giorni, e spero che con Rocio ci sia la stessa possibilità di dialogo. Forse qualche errore l’ho fatto anch’io, avrei dovuto avere più chiarezza. Ma i valori restano: vivere per me stesso e per i miei figli».
Un passaggio toccante arriva quando spiega come abbia trasformato la ferita in consapevolezza: «Ho provato sconforto e delusione, ma adesso sento la forza di combattere questa violenza. Di usare la mia esperienza per dire: non lasciatevi schiacciare, affidatevi alla giustizia. La libertà e la dignità non hanno prezzo».
E mentre il clamore mediatico non accenna a spegnersi, Bova si prepara a tornare sul set. Dal 17 settembre sarà protagonista della terza stagione di Buongiorno, mamma! su Canale 5. Un ritorno al lavoro che per lui è anche un modo per riconquistare la normalità, dopo mesi in cui è stato messo sotto processo più dal tribunale dei social che da quello della giustizia.
«Io giro a testa alta – conclude –. Le persone che mi conoscono non giudicano e mi rispettano. Gli altri possono dire ciò che vogliono: la mia verità è la mia forza».