Rocio Munoz Morales si rifugia in Calabria con le figlie: «Qui ritrovo la mia serenità, lontano dal rumore del gossip»
Dopo lo scandalo legato al tradimento di Raoul Bova, l’attrice ha scelto la Calabria come luogo del cuore dove vivere giorni di pace: mare, borghi e il calore della gente come antidoto alla tempesta mediatica
La Calabria come rifugio del cuore e della mente. È questa la scelta di Rocio Munoz Morales, attrice e compagna di Raoul Bova, che ha deciso di trascorrere i giorni più delicati della sua vita privata nella nostra regione, lontano dai riflettori e dalle telecamere indiscrete. Dopo settimane di notizie sul presunto tradimento dell’attore con la modella Martina Ceretti, l’attrice spagnola ha trovato a Sud una dimensione di pace capace di restituirle un po’ di serenità, circondata dall’abbraccio delle figlie e dalla vicinanza della madre.
Il suo arrivo in Calabria è stato discreto ma non invisibile. Nei primi giorni ha scelto il silenzio, lasciandosi cullare dai rumori di una terra che sa parlare con la sua natura. Al mattino, Rocio si affaccia dal balcone della casa presa in affitto per godere di una vista che sembra un dipinto: il mare che si accende di riflessi dorati, le colline verdi che scendono a valle, il vento leggero che porta l’odore di sale e di fichi maturi. La sua nuova routine è fatta di piccoli gesti, lontani anni luce dalle luci di Roma e Milano: accompagnare le bambine a raccogliere conchiglie sulla riva, fermarsi al mercato per comprare pomodori e peperoncini, accettare un caffè offerto dai pescatori locali che la salutano con naturalezza, senza invadenza.
Passeggiando per le strade di Soverato e dei borghi vicini, Rocio ritrova un tempo più umano. I vicoli stretti profumano di basilico e legna bruciata, i balconi fioriti si affacciano su scorci di mare turchese. Nei piccoli bar, la gente si volta a guardarla, ma senza quell’insistenza che in città diventa assedio. Qui gli sguardi sono sorrisi, stretti di mano, frasi semplici: «Benvenuta», «Stai tranquilla, qui sei al sicuro». Per lei, ogni parola diventa un balsamo su ferite ancora fresche.
«Per me è una grandissima emozione tornare qui – ha confidato –. Giro per luoghi che non conoscevo, con le mie bambine e con mia mamma, e ritrovo sempre gente bella, sorrisi sinceri e posti che mi sorprendono. Qui mi sento davvero a casa».
Le sue giornate scorrono lente, scandite dai ritmi del mare. C’è la passeggiata del mattino sulla spiaggia, quando le onde lambiscono la riva come un respiro profondo, e il gioco delle figlie che costruiscono castelli di sabbia. Poi il pranzo in famiglia, con piatti semplici: pesce fresco, olive, pane appena sfornato. A volte, nel pomeriggio, si spinge verso l’entroterra, dove scopre borghi rimasti sospesi nel tempo, fatti di pietre antiche, fontane e chiese silenziose. Qui, raccontano i vicini, le sere sono accompagnate dal canto dei grilli e dall’odore di gelsomino che si spande nell’aria calda.
Dal “genero degenerato” al figlio protetto: l’ex suocera scende in campo per salvare Raoul Bova dal tritacarne socialDietro la scelta di Rocio c’è la volontà di proteggere la sua famiglia in un momento di grande fragilità. Lontano dagli studi televisivi e dai salotti del gossip, l’attrice ha deciso di rallentare, di prendersi cura di sé e delle bambine. «Essere donne pure, fiere di sé stesse, della propria verità. Rispettose, sincere, gentili. Questi sono i valori che mi rendono la donna forte che sono oggi. Li ho imparati da mia madre e dalle mie sorelle. Credo che le persone dal cuore buono siano più forti di chi vive arrabbiato col mondo», ha confidato.
Intanto, la cronaca rosa continua a inseguirla. La diffusione di chat e audio che avrebbero confermato il tradimento di Bova ha scosso i fan e acceso i riflettori sulla coppia. Rocio, secondo indiscrezioni, avrebbe chiesto l’affidamento unico delle figlie, segno di una frattura profonda. Ma la sua presenza in Calabria è un messaggio chiaro: qui non c’è spazio per l’ossessione dei media, solo per il ritorno alle radici emotive e a ciò che conta davvero.
Passeggiando tra piazze assolate, fichi d’India e scorci di mare cristallino, Rocio sembra assaporare ogni dettaglio di una terra che sa di accoglienza e resilienza. La sua è una fuga dolce, una parentesi che sa di libertà e di cura interiore. In quelle ore lente, tra il sole che tramonta e i giochi delle figlie, ritrova il senso delle cose semplici. Ogni sguardo scambiato con la gente del posto, ogni sorriso restituito, diventa un piccolo mattone per ricostruire la propria serenità.
In attesa che la tempesta mediatica si plachi, la Calabria resta la sua casa provvisoria ma autentica, un porto sicuro tra mare e colline, dove il rumore delle onde copre quello delle malelingue. Qui, Rocio Munoz Morales non è solo l’attrice del cinema italiano o la compagna di un divo conteso dai rotocalchi: è una donna libera, una madre che si prende il tempo per guarire, circondata dall’abbraccio sincero di una terra che sa custodire i segreti del cuore.