Scontri al confine tra Thailandia e Cambogia, la guerra si allarga: i rischi per chi viaggia e le indicazioni della Farnesina
Ripresi i combattimenti lungo la frontiera contesa: chiusi i valichi, dichiarata la legge marziale, si teme l’escalation. Per ora i voli internazionali sono regolari e le grandi città tranquille ma gli analisti temono un allargamento del conflitto
È scoppiata di nuovo. La miccia del conflitto mai sopito tra Thailandia e Cambogia ha ripreso ad ardere con violenza dal 23 luglio, quando nella regione del tempio di Prasat Ta Muen Thom, lungo il confine, sono ricominciati scontri armati con l’uso di armi leggere e bombardamenti. La zona è la stessa che già in passato ha fatto da detonatore a crisi militari: lì dove i confini tracciati dai francesi in epoca coloniale non hanno mai convinto davvero Bangkok, e dove due sentenze della Corte internazionale dell’Aja, nel 1962 e nel 2013, non hanno placato la contesa ma anzi alimentato tensioni.
Ora, mentre l’Asia guarda con apprensione all’evoluzione della situazione, il turismo internazionale rischia di pagare il prezzo più alto. La Thailandia, mèta prediletta per centinaia di migliaia di viaggiatori europei, italiani compresi, è entrata in una fase di instabilità che coinvolge anche regioni finora considerate sicure. La Cambogia, impegnata da anni a rilanciare la propria immagine, denuncia vittime civili e attacchi a luoghi religiosi. Da Phnom Penh è partita una richiesta di cessate il fuoco urgente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma sul terreno si continua a combattere.
Frontiere chiuse e legge marziale
Il governo di Bangkok ha dichiarato la legge marziale in alcune aree delle province orientali di Trat e Chanthaburi, limitrofe alla Cambogia, mentre ha rafforzato la presenza militare nella provincia di Bontey Miencha, nella speranza di contenere eventuali incursioni. La Cambogia, dal canto suo, accusa la Thailandia di aver colpito obiettivi civili anche al di fuori delle aree contese. I confini terrestri tra i due Paesi sono stati chiusi e le autorità di entrambi gli Stati raccomandano ai cittadini stranieri di non avvicinarsi alle zone di frontiera.
Secondo fonti diplomatiche, le vittime accertate al momento sarebbero almeno 34, tra cui cinque civili cambogiani, e oltre 70 i feriti. Ma i numeri sono destinati a salire. Nelle ultime ore sono stati segnalati colpi di mortaio e colpi di artiglieria pesante in diverse zone della provincia di Surin, lato thailandese, e di Preah Vihear, lato cambogiano. Per gli osservatori internazionali, la possibilità di una guerra su scala più ampia non può più essere esclusa.
L’allerta della Farnesina: evitare le zone di scontro
La Farnesina ha diffuso un avviso urgente attraverso il sito Viaggiare Sicuri, raccomandando agli italiani già presenti nell’area o in partenza di registrarsi tempestivamente sulla piattaforma “Dove siamo nel mondo”, di monitorare costantemente i media locali e internazionali, e soprattutto di evitare qualsiasi spostamento verso le zone coinvolte. L’allerta riguarda in particolare le province thailandesi di Surin e Sisaket, e le province cambogiane di Oddar Meanchey e Preah Vihear.
“Si raccomanda ai connazionali – scrive il ministero – di esercitare la massima cautela, astenendosi da visite nelle zone interessate dagli scontri e di attenersi scrupolosamente alle disposizioni impartite dalle autorità locali tramite i canali ufficiali”.
Viaggiatori italiani e numeri utili
Ogni anno sono circa 270 mila gli italiani che scelgono la Thailandia come destinazione per le vacanze. In queste ore, in pieno periodo estivo, centinaia di loro si trovano già nel Paese o in arrivo. Molti transitano per Bangkok o si dirigono verso mete come Chiang Mai, Phuket, Pattaya e Krabi, considerate per ora sicure, ma comunque sotto osservazione. In Cambogia, più che per turismo, sono presenti connazionali per motivi umanitari, religiosi e culturali.
Per chi si trova già sul posto, la Farnesina ha attivato un servizio di emergenza e messo a disposizione numeri diretti:
Ambasciata d’Italia a Bangkok: +66 818256103 (emergenze gravi)
Emergenze generali in Thailandia: 191
Tourist Police Hotline: 1155
Protezione civile thailandese (DDPM): 1784
Aggiornamenti ufficiali in inglese: https://www.facebook.com/thailandprd
Uno scontro che può travolgere anche i civili
Non è la prima volta che il confine tra i due Paesi si trasforma in un fronte di guerra. Ma l’escalation di luglio 2025 preoccupa perché arriva in un momento di massima affluenza turistica e in un’area geografica in cui le tensioni si intrecciano con gli interessi cinesi e americani. Il rischio, secondo diversi analisti, è che un conflitto localizzato possa innescare instabilità regionale.
Per ora le grandi città thailandesi restano tranquille, ma l’incertezza domina. Alcuni tour operator hanno già sospeso i viaggi organizzati verso il nord-est del Paese. Altri stanno rinegoziando assicurazioni e pacchetti. Il ministero degli Esteri invita alla massima prudenza, ricordando che la situazione è fluida e potrebbe cambiare rapidamente. I voli internazionali restano regolari, ma chi ha in programma un viaggio nelle zone orientali della Thailandia o nel nord della Cambogia dovrebbe ripensarci.
Intanto, il tempio millenario di Prasat Ta Muen Thom, simbolo di fede e cultura condivisa, torna ad essere teatro di scontro. L’ennesimo segnale che la pace, in questa parte del mondo, è ancora un equilibrio fragile.