Selvaggia Lucarelli, la più ricca di tutti: con “Vale Tutto” guadagna più di Mentana e Vespa (e fa rosicare mezza Italia)
La sua newsletter è diventata un piccolo impero editoriale digitale: articoli, podcast, video e inchieste firmate da lei e dal compagno Lorenzo Biagiarelli. I colleghi la criticano, ma intanto lei incassa più di tutti messi insieme
C’è una cosa che agli uomini — non tutti, ma molti — sta sulle balle più di qualsiasi altra: una donna che guadagna più di loro. Che non solo riesce, ma lo fa meglio, prima, con più testa e meno scuse. Io, invece, quando vedo che una donna ce la fa, provo una soddisfazione bastarda. E nel caso di Selvaggia Lucarelli, la soddisfazione è doppia: perché non solo è brava, ma sta facendo soldi veri, quelli che i giornalisti sognano di notte e fingono di disprezzare di giorno.
La sua newsletter “Vale Tutto”, ospitata su Substack, è oggi la più seguita in Italia e una delle più lette al mondo nella categoria “Culture”. Ha superato 183 mila iscritti, cifra che — per il microcosmo dell’informazione digitale — equivale a un giornale di medio calibro. Ma qui non ci sono direttori, editori o redazioni da mantenere. C’è lei. Con il suo laptop, la sua ironia, la sua ferocia e la libertà di scrivere esattamente ciò che le pare.
Substack è una piattaforma che permette di pubblicare contenuti — testi, audio, video, podcast — e farli pagare con un abbonamento. La formula è semplice: 7 euro al mese o 70 all’anno, 10 e 90 se ci si abbona via app. Una percentuale va alla piattaforma (14%), il resto finisce dritto al creatore. In questo caso, a Selvaggia. E da qualche mese la voce è diventata certezza: Lucarelli è la giornalista italiana più pagata di tutte.
Per capire il fenomeno bisogna guardare oltre confine. In America, la giornalista Bari Weiss, dopo essere uscita dal New York Times per divergenze politiche, ha fondato The Free Press proprio su Substack, poi diventato un quotidiano digitale venduto per 150 milioni di dollari alla Cbs. In Italia, nessuno è arrivato a tanto, ma Selvaggia è quella che più si avvicina.
Dentro “Vale Tutto” c’è di tutto: articoli di attualità, diari di viaggio, inchieste, audioarticoli, video podcast e persino un documentario. È una micro testata indipendente gestita da Boutade srl, la società che Lucarelli ha fondato con il compagno Lorenzo Biagiarelli, cuoco, autore e braccio destro creativo. In pratica, una redazione di due persone e qualche collaboratore.
Quanto guadagna davvero? Secondo la rivista inglese Press Gazette, a febbraio 2025 “Vale Tutto” incassava circa 600 mila euro all’anno. Da allora gli iscritti sono aumentati, e Substack ha rivelato che le 50 newsletter top al mondo superano il milione di dollari di ricavi annuali. Tutto fa pensare che Selvaggia sia tra quelle cinquanta.
Facendo due conti — ipotizzando che solo il 10% dei suoi iscritti sia pagante — parliamo di oltre 1,9 milioni di euro lordi, a cui vanno tolte le commissioni e le spese di produzione. Ma non è un segreto che Lucarelli guadagni più di due milioni netti all’anno, rendendola non solo la più seguita ma anche la più redditizia firma giornalistica del Paese.
Più di Enrico Mentana, che si vocifera prenda 700 mila euro l’anno più bonus. Più di Bruno Vespa, che supera di poco il milione. E più di Vittorio Feltri, fermo a 28 mila euro mensili. Il paradosso? Nessuna diretta televisiva, nessuna rete nazionale, nessuna testata storica: solo una newsletter scritta da casa, pubblicata su una piattaforma americana.
Nel frattempo, nelle redazioni italiane, il suo nome è diventato una specie di parola proibita. «Fa soldi grazie ai follower», «scrive per il pubblico facile», «è tutta immagine»: le solite frasi dette da chi rosica. La verità è che Lucarelli ha capito prima di tutti che il giornalismo moderno è un atto di identità: o sei riconoscibile, o non esisti.
“Vale Tutto” non è un semplice spazio personale: è una community che commenta, reagisce, partecipa. Selvaggia risponde ai lettori, pubblica screenshot, crea dibattiti, racconta storie e retroscena con un tono che mescola ironia e rabbia, confessione e denuncia. In un Paese in cui i giornali chiudono e le testate vivono di pubblicità, lei guadagna grazie ai lettori. E i lettori, evidentemente, sono disposti a pagare per sentirla parlare.
Non c’è sponsor, non c’è editore, non c’è linea politica. C’è una donna che scrive come parla, che sbaglia, litiga, espone se stessa, e che da questo caos ha costruito un piccolo impero. La chiamano influencer, opinionista, giornalista, provocatrice: in realtà, è semplicemente una che ha imparato a monetizzare la libertà.
E sì, c’è da godere nel vedere che in un Paese dove ai talk show dominano i soliti uomini con la cravatta e il tono da maestrini, una donna che non appartiene a nessun club riesce a guadagnare più di tutti. E lo fa scrivendo — con rabbia, con ironia, con metodo — da sola davanti a un computer.
Non male per quella che, fino a qualche anno fa, molti consideravano solo «la fidanzata di Biagiarelli» o «la polemica dei social». Oggi è Selvaggia Lucarelli S.p.A., e il suo conto in banca parla chiaro.
E se vi dà fastidio, forse dovreste chiedervi perché.