Totti e il viaggio a Mosca: tra nostalgie imperiali e rubli facili, la sua immagine si sgretola. E la Procura indaga
Un esposto in procura solleva interrogativi sul compenso ricevuto. L’ex campione si difende: «Sono solo un uomo di sport». Ma il danno ormai è fatto
Francesco Totti, una vita spesa a incarnare l'icona del campione leale e attaccato ai valori più puri dello sport, oggi sembra aver barattato il suo mito per un pugno di rubli. Il viaggio a Mosca per partecipare come ospite d'onore all'Rb International Award, organizzato dal portale russo Bookmaker Ratings, rischia di trasformarsi in un boomerang giudiziario e mediatico. L'evento, tenutosi l'8 aprile nella capitale russa, ha attirato su di sé non solo l'attenzione dei media, ma anche l’interesse della procura di Roma, dove è stato depositato un esposto firmato da Igor Boni, coordinatore nazionale di Europa Radicale.
Al centro della denuncia, la richiesta di accertare la provenienza del compenso ricevuto da Totti e di verificare eventuali violazioni delle sanzioni internazionali che colpiscono la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina. Un’iniziativa che chiede di fare chiarezza: il denaro incassato dall’ex capitano della Roma potrebbe provenire da soggetti sottoposti a restrizioni economiche? E soprattutto: può un simbolo dello sport italiano prestare la propria immagine, a cuor leggero, a un evento sponsorizzato in un Paese isolato dalla comunità internazionale?
Francesco Totti vola a Mosca tra Colosseo finto, gladiatori di plastica e soldi (tanti) veriTotti a Mosca
La partecipazione di Totti, pubblicizzata in tutta Mosca con gigantografie e slogan che lo celebravano come “l’Imperatore in arrivo alla Terza Roma”, è sembrata una mossa di puro marketing, tanto più stonata in un contesto globale segnato da conflitti e tensioni. A rincarare la dose ci ha pensato Asker Tkhalidzhokov, ceo di Bookmaker Ratings, che ha definito Totti “il testimonial più prestigioso e costoso della storia del premio”, parlando apertamente di un cachet a sei cifre in euro. Numeri che, al netto delle spiegazioni, hanno il sapore amaro della svendita.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Esponenti politici come Andrea Massaroni di +Europa hanno stigmatizzato la scelta, sottolineando l'opportunità persa da Totti di dare un segnale diverso, più in linea con quei valori sportivi che lui stesso si vanta di rappresentare. Di fronte alle polemiche, la replica del diretto interessato è stata quanto mai disarmante: «Non sono un politico né un diplomatico. Sono un uomo di sport che promuove i valori dello sport in giro per il mondo”» Una risposta che, per molti, suona come un tentativo maldestro di minimizzare una questione ben più ampia di una semplice presenza a una premiazione.
L’esposto in Procura
L’esposto depositato in procura chiede ora di verificare eventuali violazioni della normativa italiana sulle transazioni finanziarie con Paesi sanzionati. Il sospetto, neanche troppo velato, è che l’operazione possa nascondere movimenti di denaro non compatibili con la legislazione vigente. Nel frattempo, resta l’amarezza di vedere un campione che ha fatto sognare milioni di tifosi affrettarsi a intascare onorari discutibili, senza porsi troppi problemi etici o politici.
Nella nota che accompagna l’esposto, Boni ha commentato con amara ironia: «Vista la concomitanza pasquale, Totti troverà questo esposto come sorpresa nel suo uovo. Una cosa è certa: se è stato un campione sul campo, non si è dimostrato tale in umanità». Una chiosa che riassume perfettamente il senso di delusione che questa vicenda lascia dietro di sé.
Se la Roma di Totti era il simbolo di un calcio romantico, fatto di fedeltà e passione, oggi l'immagine che rimane è quella di un ex campione pronto a mettere da parte tutto per un assegno in valuta straniera. Un gesto che, più di mille dichiarazioni, certifica un triste epilogo: anche le leggende, quando inseguono il denaro senza limiti, possono diventare uomini qualunque.