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25/06/2025 ore 06.15
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Tra Israele e Teheran la (fragile) tregua regge ma la Cnn gela Trump: «Nucleare iraniano solo ritardato, non distrutto»

Mentre i nemici giurati si dicono disponibili al cessate il fuoco «finché lo farà l’altra parte», analisti vicini al Pentagono sollevano dubbi sull’efficacia del bombardamenti Usa: «Gran parte delle centrifughe è intatta»

di Redazione Esteri

La tregua tra l'Iran e Israele, per ora, c’è. Il cessate il fuoco, annunciato da Donald Trump su Truth nella notte tra lunedì e martedì, ha retto nonostante i timori di violazioni e le reprimende del tycoon. Ed è stato rivendicato da entrambe le parti in conflitto come una vittoria. Il presidente iraniano Masud Pezeshkian ha proclamato «la fine della guerra dei 12 giorni imposta» al suo Paese, dopo essersi detto pronto a tornare «al tavolo delle trattative», ma continuando a difendere i suoi «diritti legittimi» per il suo programma nucleare, arricchimento dell'uranio compreso.

Il premier Benjamin Netanyahu ha parlato di «una vittoria storica che durerà per generazioni». Israele ha tuttavia ammonito il nemico giurato: «Rispetteremo il cessate il fuoco finché lo farà l'altra parte». Ma intanto ha proclamato il ritorno alla normalità del traffico aereo in entrata e in uscita senza restrizioni, così come quelle di movimento con la riapertura delle scuole e degli uffici. Ora l'Idf si concentrerà nuovamente su Gaza, che resta una ferita aperta nel martoriato Medio Oriente.

La Cnn: «Nucleare iraniano ritardo solo di qualche mese»

Dagli Stati Uniti, però, arriva una voce dissonante rispetto al successo proclamato da Trump per i raid Usa contro tre impianti nucleari iraniani lo scorso fine settimana. Quei raid non hanno distrutto i componenti principali del programma nucleare iraniano e probabilmente ne hanno solo ritardato l'avvio di mesi: lo riferisce in esclusiva la Cnn in base a una prima valutazione dell'intelligence americana descritta da tre persone informate in merito.

La valutazione è stata prodotta dalla Defense Intelligence Agency (Dia), il braccio operativo dell'intelligence del Pentagono. Si basa su una valutazione dei danni di battaglia condotta dal Comando Centrale degli Stati Uniti in seguito agli attacchi statunitensi, ha affermato una delle fonti.

L'analisi dei danni ai siti e dell'impatto degli attacchi sulle ambizioni nucleari dell'Iran è in corso e potrebbe cambiare con l'aumentare delle informazioni di intelligence disponibili. Tuttavia, i primi risultati sono in contrasto con le ripetute affermazioni del presidente Donald Trump secondo cui gli attacchi hanno «completamente e totalmente annientato» gli impianti di arricchimento nucleare iraniani.

Due delle persone a conoscenza della valutazione hanno affermato che le scorte di uranio arricchito dell'Iran non sono state distrutte. Una di queste ha affermato che le centrifughe sono in gran parte «intatte». «Quindi la valutazione (della Dia) è che gli Stati Uniti hanno ritardato i loro lavori di circa qualche mese, al massimo», ha aggiunto questa fonte.

Da parte sua, Trump ha ribadito di essere convinto che i siti nucleari iraniani colpiti dagli Usa siano stati «completamente distrutti», compreso Fordow, e ha accusato la Cnn di insinuare dubbi per colpire lui. «Sono spazzatura, dovrebbero chiedere scusa ai piloti dei B-2», ha detto.

La danza delle versioni sul nucleare iraniano

Insomma, si danza con le versioni. Ma in fondo è così già dal day after del Martello di Mezzanotte, l’attacco mirato americano sui siti nucleari. Il presidente ha esultato prima che fossero diffuse le foto satellitari diventate tema di analisi per militari ed esperti. Lo stesso Pentagono ha dichiarato che, in base alle prime valutazioni, ci sono stati danni importanti ma non la distruzione totale.

Le immagini (vedi foto in apertura di servizio) hanno mostrato alcuni punti di impatto sui quali si sono concentrati i rilievi, da remoto, degli analisti. A una prima osservazione sembrerebbe che le super bombe GBU-57 sganciate dai B-2 Spirit abbiano colpito in corrispondenza delle «sale» dove erano contenute le centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Gli ordigni sono stati concepiti per deflagrare in profondità e creare un’onda d’urto che può avere conseguenzee sugli apparati a prescindere dalle devastazioni all’esterno. Sono state segnalate penetrazioni nell’area dei camini di ventilazione e cumuli di terra vicino agli accessi. Gli israeliani, da parte loro, hanno messo le mani avanti sostenendo che è troppo presto per arrivare a un verdetto.