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20/06/2025 ore 21.45
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Trump Inc.: il presidente dei gadget e il grande affare della Casa Bianca

Bibbie, profumi, orologi e ora pure uno smartphone dorato: il presidente-imprenditore si è trasformato in un duty free ambulante

di Luca Arnaù

Bibbie con la sua firma, chitarre da 11mila dollari, orologi che luccicano come un comizio e sneaker patriottiche. No, non è l’inventario del negozio sotto la Trump Tower, ma la nuova frontiera del “presidente brand”. Donald Trump ha infatti deciso di mettere in saldo il concetto stesso di presidenza, trasformando ogni angolo del suo impero in un'occasione per fare cassa. E lo fa con la solita grazia da telepromozione delle tre di notte: con il sorriso stampato, le mani larghe e il portafoglio sempre aperto (il suo no, quello degli elettori).

La holding di famiglia, la Trump Organization, ha incassato oltre 600 milioni di dollari solo per aver concesso in licenza il marchio. E non per dirigere fabbriche o supervisionare processi produttivi: Trump dà il nome, e qualcun altro ci mette i calli. Il risultato? Un mare di prodotti su cui campeggia la sua faccia, senza che lui garantisca nemmeno per l’autenticità della scatola.

Un esempio? Le scarpe e i profumi firmati "45 Footwear" (il 45 è un omaggio al numero di presidenza), che hanno pagato 2,5 milioni per incollare il marchio Trump. Gli orologi sono finiti alla "Best Watches on Earth" per 2,8 milioni. E poi c'è chi ha avuto l'illuminazione di appiccicare il nome del tycoon su una bibbia. Perché no? Se ha camminato con Dio (e con i sondaggi), perché non dovrebbe benedire anche la tua mensola del salotto?

I dati arrivano direttamente dalla dichiarazione dei redditi presentata all’Ufficio per l’etica governativa. E se la parola "etica" vi suona fuori posto in questa storia, sappiate che non siete i soli. Nessuno sa bene a quale periodo si riferiscano gli incassi, ma secondo Reuters si tratta soprattutto del 2024. Un’annata d’oro, in cui l’unico rally sicuro è stato quello del merchandising presidenziale.

Non finisce qui: ci sono anche i dividendi da investimenti in Caterpillar, Charles Schwab e pure Cnh Industrial (italiana, ça va sans dire). Totale: altri 11 milioni. Ma la vera ciliegina sulla torta sono le criptovalute. Trump, da uomo del popolo, non poteva certo farsi mancare i gettoni digitali. Il suo token presidenziale, lanciato in pompa magna, ha già fruttato 57 milioni di dollari. Per i più fortunati: cena a premio con The Donald. Per gli altri: un portafoglio alleggerito e una foto sul frigo.

Ma il colpo di genio arriva con il nuovo smartphone Trump. Prezzo: 499 dollari. Plus: è made in America (o almeno così dicono). E se qualcosa non funziona? Nessun problema: la Trump Organization, come sempre, non si assume alcuna responsabilità sulla qualità del prodotto. D'altronde, mica stai comprando un telefono. Stai comprando un’idea. Un sogno. Una promessa di grandezza. E magari, con un po’ di fortuna, ti squillerà direttamente Air Force One.

Il telefono d’oro e l’abbonamento mensile da 47,45 dollari sono solo gli ultimi feticci del culto di Trump. L’uomo che gioca a fare il presidente ma si muove come un venditore ambulante del capitalismo più sfrontato. E se ti sembra troppo, aspetta di vedere il prossimo prodotto a marchio Trump: forse una bilancia che mente, o una sveglia che urla “Fake news!” ogni mattina. Nel frattempo, lui incassa. E ride.