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10/07/2025 ore 16.52
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Trump lancia “Truth+”, la sua Netflix personale: informazione, propaganda e affari nel nuovo impero mediatico del tycoon

Il presidente degli Stati Uniti presenta una piattaforma streaming collegata al suo social Truth Social, in partnership con il canale conservatore Newsmax

di Luca Arnaù
Donald Trump

La presenza di Donald Trump nella vita degli americani non si è mai davvero interrotta. Nemmeno dopo la sconfitta alle elezioni del 2020, nemmeno dopo il bando dai principali social network in seguito all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Il presidente ha saputo reinventarsi, investendo sul proprio marchio, sulla comunicazione diretta e su una galassia di prodotti e piattaforme pensate per rafforzare la sua influenza culturale e politica. L’ultima trovata ha un nome che suona familiare: Truth+. Una piattaforma di streaming che prende in prestito il nome dal social “Truth Social”, lanciato da Trump qualche anno fa come alternativa a X (ex Twitter) e ora integrato in una strategia più ampia: costruire un ecosistema mediatico tutto suo.

La piattaforma, annunciata dalla Trump Media & Technology Group, sarà sviluppata in collaborazione con il canale televisivo ultra-conservatore Newsmax, già noto per aver sostenuto la narrativa trumpiana delle “elezioni rubate”. Il CEO di Trump Media, l’ex deputato repubblicano Devin Nunes, ha presentato il progetto come una “risposta necessaria al pensiero unico dei media liberal”. In altre parole, una contro-programmazione ideologica che punta a smontare il “monopolio della cultura woke” e restituire centralità a un’informazione dichiaratamente di destra.

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Truth+ non sarà solo una replica digitale di Fox News o un clone di Netflix: promette contenuti originali, approfondimenti politici, documentari, dirette esclusive degli eventi di Trump e una finestra aperta sulla visione del mondo cara al tycoon. La presenza di Newsmax nel progetto non è secondaria: il canale, che oggi conta circa 40 milioni di telespettatori negli Stati Uniti ma scarsa visibilità internazionale, spera di sfruttare la visibilità del brand Trump per espandersi fuori dai confini americani.

Ma c’è un nodo politico non da poco. Perché Trump continua a possedere direttamente Trump Media, e a farne uso per rilanciare i propri messaggi in campagna elettorale. Una sovrapposizione tra azienda privata e attività politica che in molti, dentro e fuori gli Stati Uniti, considerano problematica. Se a questo si aggiunge il fatto che alcuni media storici come Associated Press e Huffington Post sarebbero stati esclusi dalla sala stampa della Casa Bianca a vantaggio di Newsmax, la questione assume toni più inquietanti.

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Intanto, gli analisti frenano l’entusiasmo: Truth Social ha appena 6,3 milioni di utenti registrati nel mondo. Una base ristretta che difficilmente basterà a far decollare la piattaforma streaming. Tuttavia, se Truth+ venisse usata per trasmettere in esclusiva comizi, interviste, eventi pubblici e contenuti di forte richiamo, potrebbe rivelarsi un’arma potente nella macchina della propaganda trumpiana, soprattutto in vista delle presidenziali del 2026.

E non finisce qui. Oltre a Truth+, Trump ha annunciato l’imminente lancio di Truth.Fi, un marchio fintech che offrirà servizi finanziari, investimenti e soluzioni bancarie secondo la filosofia “America First”. Dopo i profumi Trump, le bibbie con il suo nome, le carte da collezione in NFT e i cellulari presidenziali, il mondo del tycoon si allarga a vista d’occhio. Un universo commerciale, ideologico e comunicativo dove tutto ruota attorno a un solo centro: lui stesso.

Certo, resta da capire se il presidente riuscirà davvero a trasformare Truth+ in una piattaforma mainstream o se resterà l’ennesimo giocattolo destinato a un pubblico già fidelizzato. Ma una cosa è certa: Trump non ha mai smesso di costruire il suo impero parallelo. E oggi più che mai punta a governare con in mano non solo la politica, ma anche il racconto. Su misura.