Via libera definitivo alla legge salva-lavoro per i malati oncologici: fino a 24 mesi di congedo e tutele rafforzate
Approvata in via definitiva al Senato la norma che garantisce la conservazione del posto di lavoro ai malati oncologici e cronici: si applicherà dal gennaio 2026
Una norma attesa da anni, approvata con il voto unanime del Senato e salutata con favore da associazioni e cittadini: la legge sulla “conservazione del posto di lavoro per i malati oncologici” è finalmente realtà. Dopo il primo via libera alla Camera nel marzo scorso, il provvedimento ha ottenuto il semaforo verde definitivo anche a Palazzo Madama. Il testo introduce un nuovo impianto normativo per tutelare i lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche, anche rare, garantendo loro il diritto ad assentarsi dal lavoro senza perdere il posto.
Per la prima volta, i dipendenti pubblici e privati con invalidità pari o superiore al 74% potranno accedere a un congedo fino a 24 mesi, anche frazionabile, durante il quale il posto sarà conservato, pur in assenza di retribuzione. Una misura che corregge una lacuna storica: fino a oggi, la conservazione del posto era limitata a sei mesi, e alla scadenza molti malati si ritrovavano licenziati proprio nel pieno delle cure.
Durante il congedo, il lavoratore non potrà svolgere altra attività lavorativa, ma avrà la certezza di poter rientrare al proprio impiego. Alla fine del periodo, sarà agevolato l’accesso al lavoro agile, se compatibile con le mansioni: un modo per consentire una ripresa graduale, attenta alle fragilità residue.
La legge prevede anche un’estensione dei permessi retribuiti: si passa da 8 a 10 ore mensili per esami e terapie, applicando la normativa già vigente per i trattamenti salvavita. Le ore aggiuntive saranno coperte da un’indennità economica calcolata secondo i criteri della malattia ordinaria.
Il nuovo impianto normativo sarà operativo dal 1° gennaio 2026 e sarà finanziato con 20,9 milioni di euro nel primo anno, cifra destinata a crescere progressivamente fino a raggiungere i 25,2 milioni annui nel 2035, quando il sistema entrerà a regime.
Il provvedimento, frutto di un
a proposta trasversale sostenuta da tutte le forze politiche, introduce anche una misura simbolica ma significativa: presso il Ministero dell’Università e della Ricerca nasce un fondo annuale da 2 milioni di euro per istituire premi di laurea dedicati alla memoria di pazienti oncologici, da destinare a tesi in discipline sanitarie e scientifiche.Secondo le associazioni dei pazienti oncologici, questa legge rappresenta una vera e propria svolta. “È un cambio di paradigma: finalmente si riconosce che la malattia non può e non deve coincidere con l’esclusione dal mondo del lavoro”, ha dichiarato in una nota la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO). Anche i sindacati hanno accolto la notizia con favore, sottolineando come la norma contribuisca a costruire un sistema più equo e rispettoso della dignità dei lavoratori.
L’Italia si allinea così ad altri Paesi europei che da tempo riconoscono il diritto alla sospensione lavorativa in caso di gravi patologie senza il rischio di licenziamento. La sfida, ora, sarà l’applicazione concreta e uniforme in tutti i comparti, dal pubblico al privato. Il messaggio è chiaro: la salute viene prima di tutto, ma il lavoro non si deve perdere per colpa della malattia. E per chi lotta ogni giorno contro un tumore o una malattia cronica, questa non è una concessione. È un diritto.