Alla scoperta della Sila Greca, il cuore nascosto della Calabria
Dai castagni secolari di Cozzo del Pesco ai megaliti di Campana, passando per Longobucco e l’eco del brigantaggio: natura, storia e magia di una terra ancora tutta da raccontare
Porta nord dell’Altopiano silano e situata completamente nella provincia di Cosenza, questa parte di Sila ha inizio a pieno titolo nei comuni Arbëreshë alle pendici della Serra Crista. Risalendo dalla caratteristica cittadina di San Demetrio Corone, ci si lascia alle spalle la valle del Crati e si giunge ad Acri.
In questo che per importanza è il maggior centro del luogo che diede i natali fra i tanti al Padula ed al poeta e giurista Giuseppe Antonio Arena, di grande importanza è sicuramente il centro storico del rione Padia situato tra i due fiumi Calamo e Mucone assieme alla basilica dedicata a Sant’Angelo d’Acri risalente a fine ‘800.
Tuttavia è salendo la strada statale 660 inclusa anche nella Ciclovia dei parchi della Calabria che ogni anno vede giungere numerosi cicloviaggiatori di tutto il mondo, che si entra nel cuore dell’autentica Sila Greca. Selvaggia, silenziosa ed incredibilmente meravigliosa con le sue pianure miste a continui boschi dove si celano fra gli altri numerosi cinghiali, caprioli ed anche sua maestà il lupo.
In maggio oltre alle varie specie di orchidee selvatiche che tinteggiano allegramente i prati, la fioritura della ginestra americana che ha infestato grandi proporzioni di territorio, dà vita ad effimeri eppure incantevoli dipinti dove il giallo dei fiori dal profumo dolciastro, si mischia al verde smeraldo delle conifere ed a quello azzurro del cielo.
A Giamberga, frazione montana del comune di Acri dal nome che probabilmente deriva dallo spagnolo chamberga (ovvero redigote), svoltando a sinistra e proseguendo in direzione Rossano, si giunge all’Oasi dei castagni giganti di Cozzo del Pesco.
Questi alberi di castagno maestosi che superano i venti metri d’altezza, sicuramente meno noti dei più blasonati pini giganti di Fallistro o giganti della Sila, furono introdotti tra il 1200 ed il 1600 probabilmente proprio dai monaci basiliani della vicina abbazia del Patire.
Altri luoghi che contraddistinguono la Sila Greca e che meritano di essere menzionati, sono sicuramente i paesi di Longobucco, Bocchigliero e Campana. Il primo che si incontra, dominato dall’alto dai suoi 1.600 metri che fanno di essa, Monte Altare, la vetta regina della Sila Greca, è Longobucco. Questo che per superficie è il quarto comune di tutta Calabria, era detto dal Padula la Siena delle Calabrie.
Per rimanere nella letteratura, invece nel suo capolavoro Old Calabria, lo scrittore Normann Douglas probabilmente ridiscendendo proprio lungo i tornanti della pancia irsuta di Monte Altare ebbe a scrivere: “In quel momento Longobucco mi apparve come una di quelle città delle Mille e una notte, evocate per magia nell’immensità di un deserto”.
Ma Longobucco è soprattutto famosa per il tessile, per la lunga tradizione agropastorale, per le miniere di galena argentifera e per le cronache di brigantaggio dell’800 che la videro indiscussa protagonista. Dal posto proveniva infatti anche uno dei più celebri e coraggiosi capobriganti calabresi: ovvero il Palma.
Da visitare è il suggestivo centro del paese, la chiesa di Santa Maria Assunta e la torre campanaria. Proseguendo da Longobucco, si attraversano in seguito i boschi di Gallopane per lambire poi la riserva naturale Macchia della Giumenta-San Salvatore.
Da lì, in un viaggio profondamente “into the wild” si giunge al grazioso paese da presepe di Bocchigliero ed infine a Campana. Qui sosta obbligata ai giganti di pietra dell’Incavallicata. Davanti a questi suggestivi megaliti dall’origine ancora incerta, termina questo viaggio all’interno di questa terra magica e ricca di suggestioni. Una terra dal potenziale ancora quasi totalmente inespresso che ha tanto da raccontare e far conoscere.