Cozzo Rotondo, luogo di fascino e mistero: a Bisignano torna d’interesse un tema archeologico tra i più controversi
L’analisi sulla particolare zona antropica ai confini tra il paese cratense e Santa Sofia d’Epiro sarà prossimamente oggetto di ulteriori analisi per scoprire quali siano stati effettivamente i re del passato a essere transitati concretamente sul piccolo monte
La vicenda legata a Cozzo Rotondo viaggia un po’ intorno alla storia e alla leggenda, una sorta di mix che tutt’oggi interessa e incuriosisce quanti apprendono tutto quanto è emerso – ancora parzialmente - intorno a questa piccola zona antropica, nonché continua a stupire quanti visitano per la prima volta questo manufatto.
Cozzo Rotondo, collocato in contrada Grifone, al confine tra i paesi di Bisignano e Santa Sofia d’Epiro, resta ancora un bel mistero per gli esperti, la forma ellittica e quasi sospesa nel tempo ne accresce l’interesse e il dibattito. La collinetta fu segnalata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria nella prima metà del secolo scorso da parte dei proprietari del luogo.
I progetti nati nel mondo geologico, per mancanza di fondi e per il parziale supporto da parte di tutte le istituzioni preposte alla tutela e alla valorizzazione, però non hanno avuto successivamente un grande seguito sul campo. A periodi di interesse e di leggende (una su tutte quella sul famigerato tesoro di Re Alarico sepolto proprio in questa zona di estrema campagna) sono seguiti anni di assoluto silenzio in materia, nel mentre la zona resta come una meta per scolaresche, nonché frequentata da esperti territoriali e archeologici.

Gli studi in materia comunque sono proseguiti e dovrebbero concretizzarsi con un convegno che dovrebbe tenersi negli ultimi giorni di giugno nel paese di Bisignano, come anticipato dal professore Vincenzo Rizzo, uno dei massimi esperti in materia, geologo e ricercatore emerito del CNR.
Lo stesso, inviando un po’ di documentazione afferente, ha così spiegato sinteticamente quella che potrebbe essere la base di partenza per analizzare la zona: «In sedi scientifiche internazionali è stato evidenziato che il tumulo del Grifone di Bisignano è un fantastico monumento funerario. Enigmatico per la sua collocazione storica, ma per questo ancor più interessante. Tuttavia, datazioni assolute e toponomastica orientano in modo esclusivo verso il Molosso, re d’Epiro e zio di Alessandro Magno».
Per avere una maggiore contezza di quella che è stata la natura stessa di Cozzo Rotondo, Rizzo sottolinea come dovrà proseguire un percorso in comune per analizzare il terreno e soprattutto proseguire nella ricerca con costanza: «Punto essenziale di attrazione è il tumulo stesso, con la sua magnificenza morfologica, al cui interno, in una sala espositiva appositamente predisposta, sarà allocato il “Centro di documentazione dei tumuli dell’Europa antica”. Un accordo tra istituzioni (Unical, Soprintendenza, Comune di Bisignano e Aziende locali consociate), consentirà la diffusione di dati e notizie sui temi culturali ad esso connessi».

Tra analisi morfologiche, modalità costruttive e altri elementi tecnico-pratici, il progetto è di legare l’argomento e la ricerca storica ad aspetti turistico e sociali puntando a una maggiore apertura verso esposizioni, visite guidate, iniziative ludiche per la fruizione dei beni naturali ed ambientali dell’area, nonché puntando sulla diffusione e la vendita di prodotti di qualità di aziende selezionate in un più ampio comprensorio. Il tutto ovviamente cercando di valorizzare un lato promozionale che possa essere davvero degno di coinvolgere gli interessati.