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16/11/2025 ore 15.17
Destinazioni

Tra leggenda e devozione, il Santuario della Madonna della Grotta di Praia a Mare incanta i fedeli da secoli

Il luogo di culto che unisce fede, storia e arte dal 1326 sorge nel cuore della cittadina altotirrenica. La leggenda narra che un equipaggio turco lasciò la sacra effigie, poi trafugata, su un sasso che ancora oggi è collocato all’ingresso della caverna naturale

di Francesca Lagatta

Quasi 98 anni e non sentirli. Sono gli anni della città di Praia a Mare, che nell’aprile del 2028 compirà il suo primo secolo di vita. Fino al 1928, infatti, quel lembo di costa incantata, tra torri fiabesche e la suggestiva isola Dino era “Praia d’Aieta”, ossia frazione del comune montano che la sovrasta. Ma nonostante le sue origini recenti, Praia a Mare è ricca di cultura e tradizioni locali. Il suo dna è impresso nei piatti tipici del luogo, composti da ricette semplici a base di pesce azzurro, di cui il suo mare è ricco, e nella cultura marina. I marinai sono figure iconiche e la loro storia si intreccia in modo indissolubile con la più grande e sentita tradizione del popolo praisese: quella legata alla Madonna della Grotta. La sacra effigie, venerata dai praiesi, è custodita all’interno di una grotta naturale, divenuta negli anni un santuario, che è uno dei luoghi di culto più frequentati della costa tirrenica cosentina.

Il santuario

Il santuario, consacrato nell’Anno Santo Mariano del 1987, è situato all’interno di tre grotte naturali, ai piedi del monte Vingiolo, a circa 90 metri sul livello del mare. Il sito è divenuto un luogo di devozione stabile ed è per questo che, negli anni, si sono registrati diversi interventi architettonici. È posizionato all’interno di un’ampia caverna divisa in tre grandi grotte naturali intercomunicanti e ognuna presenta un’ampia apertura all’esterno. Vi si accede mediante una gradinata realizzata con ciottoli di mare, che dal 1995 presenta una Via Cruscis lungo le pareti, composte da quattordici in mosaico e ciottoli. Si tratta di un’opera dell’artista praiese Vittoria Gallori.

L’ingresso del santuario è scandito da un enorme arco votivo giallo e rosso, realizzato e donato dal maestro Enzo Cucchi nel 2012.

Arrivati in cima si incontra la prima frotta che costituisce l'ingresso della chiesa, qui si trova una roccia dove, secondo la leggenda, nel lontano 1326 venne deposta la statua della Madonna.

Attualmente è gestito dal rettore don Paolo Raimonidi. Uno dei momenti più suggestivi dell’anno è la santa messa celebrata la notte di Natale. 

Il culto della Madonna della Grotta

Il culto della Madonna della Grotta ha inizio nel 1326, un tempo in cui le acque del mare bagnavano ancora le pareti del monte Vingiolo, nel cuore del centro storico. La leggenda narra che la statua originale, trafugata nel 1979 e mai più ritrovata, fu deposta nella grotta da una nave turca, dopo che l’equipaggio le attribuì la responsabilità di un’improvvisa tempesta. La statua sarebbe stata ritrovata dagli occupanti dell’imbarcazione nella cabina del comandante, fervente cristiano, il quale, per evitare di gettarla in mare, la posò su un sasso (ancora oggi custodito all’interno del tempio religioso). Solo a quel punto le acque si placarono e la nave poté riprendere il largo. La statua, pochi giorni dopo quel 14 agosto, sarebbe poi stata ritrovata da un pastore muto di Aieta, che miracolosamente, nel rivederla, riacquistò la parola. Da allora, la grotta divenne luogo di culto, che ogni anno accoglie migliaia di visitatori.

“Viva Maria!”

La leggenda è stata tramandata oralmente nei secoli e se ne trova traccia scritta, per la prima volta, nell’opera intitolata "Sacra Iconologia della Madonna per li Regni di Napoli e Sicilia" scritta dal teologo padre Ludovico Marafioti. Sono diverse le giornate dell’anno dedicate alla Vergine Maria, ma i festeggiamenti più significativi si registrano il 15 agosto, quando, dopo la messa solenne, la statua viene portata in processione dai marinai su una barca che la attende a ridosso della spiaggia di fronte all’isola Dino. Da qui, l’effigie sacra naviga lungo la costa praiese e al suo passaggio, in ogni stabilimento balneare vengono sparati i fuochi d’artificio al grido di “Viva Maria”.