A Soverato la seconda edizione del Festival di scrittura femminile con uno sguardo ai temi internazionali
VIDEO | La rassegna “Donna Vita Libertà” organizzata dalla Biblioteca delle donne andrà in scena dal 27 al 29 giugno in piazza Maria Ausiliatrice. Ecco il programma
Il 27 giugno 2025 prenderà il via a Soverato la tre giorni della seconda edizione del Festival di Scrittura femminile “Donna Vita Libertà”, promosso dalla Biblioteca delle Donne di Soverato, con la partnership della Casa Editrice Fandango Libri e delle librerie “Incontro–Mondadori” e “Non ci resta che leggere” di Soverato. Con questa iniziativa si intende creare uno spazio di relazioni che sia momento ed occasione di riflessione culturale e politica attraverso uno sguardo femminista sul mondo, allargando, pertanto, il focus di attenzione sulla realtà ed anche la rete di relazioni della BDS.
I temi
Infatti il programma presentato ha un respiro internazionale poiché, attraverso i testi scelti, affronta temi cruciali quali la questione del conflitto mediorientale, considerato e narrato dal punto di vista delle donne, ed offre un’analisi dei movimenti femministi a livello globale. Si radica, inoltre, nella storia delle donne prendendo in esame epoche diverse, mettendo in evidenza figure femminili prestigiose ed autorevoli ed anche i loro percorsi e le battaglie sostenute sulla via della conquista della libertà. In questa ottica, la proposta comprende scrittrici e testi di indiscusso valore letterario e politico.
Il programma
Il Festival apre con la presenza di Maria Rosa Cutrufelli che parlerà del suo ultimo libro, “Il cuore affamato delle ragazze”, nel quale l’autrice “fotografa il momento storico (l’America dei primi anni del secolo scorso) in cui, per la prima volta, le donne si sono unite per dare voce alla loro fame di giustizia, di lavoro, di amore e di vita”. Con “Femministe di un unico mondo” di Bianca Pomeranzi, che purtroppo ci ha lasciate nel 2023, la curatrice del libro, Carla Cotti, ci introduce ad un testo, pubblicato postumo, “che ripercorre la storia del movimento politico globale femminista , la testimonianza unica di una vita dedicata all’affermazione della libertà femminile in tutto il mondo”.
Si prosegue, in seconda giornata, con “Palestina Israele. Parole di donne” a cura di Alessandra Mecozzi e Gabriella Rossetti. Un racconto, questo, che si snoda lungo diversi anni e che raccoglie voci e storie di donne sia palestinesi che israeliane, in una terra martoriata da anni di guerra, lacerazioni e sofferenze. Una ricerca, la loro, difficile ma non impossibile per cercare di trovare vie in cui occupate ed occupanti possano forse trovare o tentano di trovare uno spazio di dialogo e di condivisione del proprio desiderio di pace e di giustizia per sé e per il mondo. Sara Rattaro, con la biografia “Io sono Marie Curie”, racconta della forza e della determinazione di una donna che lotta, in un mondo scientifico maschilista, per affermare e coniugare il suo amore per la scienza ed il suo desiderio di autonomia e di libertà.
A concludere la serata ci sarà la proiezione del film “I Bambini di Gaza. Sulle onde della libertà”, che porterà ancora l’attenzione sulla tragica situazione di Gaza e, soprattutto, sulla terribile condizione dei bambini. Nell’ultimo giorno, Tiziana Triana, direttrice editoriale della Fandango Libri, parlerà del suo “Luna Nera”, libro secondo del ciclo “Il libro dei regni”. Una storia ambientata ai tempi della terribile caccia alle streghe, il cui senso può essere significato con le parole di Michela Murgia: “Noi siamo tempesta, anzi lo siamo sempre state. Dal seicento di TizianaTriana fino ai giorni nostri”. A conclusione, Nadia Pizzuti parlerà del suo libro “Iran. La lunga marcia delle donne”.
Un testo di grande attualità, utile per capire quanto accade oggi in Iran dopo l’uccisione di Jina Mahsa Amini avvenuta nel settembre 2022, grazie alla profonda conoscenza della storia, non solo recente, dell’Iran da parte dell’autrice, che è stata per molti anni corrispondente dell’agenzia Ansa.
La chiusura del festival è affidata ad una rappresentazione teatrale, “La Magara”, messa in scena da Emanuela Bianchi. È la storia di Cecilia Faragò, ultima donna, vissuta nella Calabria del 1700, ad essere processata per stregoneria e poi assolta. La storia mette in luce la forza di una donna capace di lottare contro le ingiustizie e i soprusi dell’epoca e, in particolare, contro i pregiudizi, la
misoginia e l’avidità di esponenti del clero.
Non solo libri
L’area del festival, accoglierà anche due mostre fotografiche dell’artista Luna Loiero. La prima, “Ubuntu” (parola composta dal suffisso –ntu che significa persona, e ubu-, che significa umanità), racconta, attraverso le donne fotografate, di un mondo che ha bisogno di accoglienza, di connessioni, di comunità. Dodici sono invece le foto che compongono il progetto “Mannequins”, dodici come le lettere che compongono la parola “femminicidio” e che delineano un modo
originale di rappresentare metaforicamente la violenza sulle donne per sollecitare la necessità di affrontare quello che c’è sotto e cominciare a chiamare le cose col proprio nome, per poterle cambiare.