“Dove ricomincia la luce. Viaggio con Sonia Bellezza”: a San Giovanni in Fiore una mostra che parla di rinascita
Aperta fino al 4 dicembre nella sede di Csu Academy, è stata inaugurata nei giorni scorsi alla presenza dell’artista che ha raccontato il percorso narrativo ed emotivo della sua opera
L’arte, da sempre, rappresenta uno dei luoghi più autentici della guarigione umana. Quando la vita ci ferisce, il gesto creativo può diventare un ponte tra il dolore e una nuova forma di equilibrio. Non si tratta solo di esprimere ciò che non riusciamo a dire con le parole, ma di trasformarlo: prendere ciò che pesa e convertirlo in qualcosa che respira, che comunica, che vive.
Il bello inteso come ricerca di senso, come tensione verso la luce ha il potere di accompagnarci nei momenti di crisi, di restituire ordine al caos interiore, di ricordarci che anche attraverso le crepe passa la luce.
La storia dell’arte è ricca di esempi in cui la sofferenza diventa motore di creazione. Si pensi a Frida Kahlo, che iniziò a dipingere proprio durante la lunga e dolorosa convalescenza a letto dopo il grave incidente che segnò la sua vita.
La sua pittura non fu solo un atto creativo, ma un modo per restare in vita, per raccontarsi, per dare forma a ciò che non aveva voce.
È in questa stessa dimensione che si inserisce il percorso di Sonia Bellezza, un viaggio in cui il dolore non viene nascosto, ma rielaborato fino a diventare luce.
La mostra dal titolo: “Dove ricomincia la luce. Viaggio con Sonia Bellezza”. Si può visitare fino al 4 dicembre presso la sede di Csu Academy di San Giovanni in Fiore.
Durante la presentazione Emilio Arnone, docente di linguaggi audiovisivi e Nicola Laratta, docente di storia dell’arte, hanno approfondito le dimensioni comunicative e simboliche dell’opera dell'artista Bellezza offrendo al pubblico una lettura critica del percorso creativo all’interno della tradizione artistica contemporanea. Il percussionista Alfredo Marra con il suo Handpan ha fatto da colonna sonora regalando alla serata un'atmosfera magica.
La narrazione artistica di Sonia Bellezza nasce da una storia di rinascita, un cambiamento radicale di vita e la scelta di ritirarsi in campagna, dedicandosi al restauro di un antico casale dell’ottocento. Quel luogo, un tempo rudere, diventa metafora di ricostruzione personale. Mentre le mura tornano a respirare, anche l’artista ritrova la propria voce interiore e la riporta sulle sue opere con un linguaggio nuovo, vibrante e autentico.
L'artista durante l'evento non si è risparmiata nel mettere a nudo i propri sentimenti, raccontando di come il percorso narrativo ed emotivo di restauro del vecchio casale non è stato soltanto un’azione concreta, ma soprattutto un gesto profondamente simbolico: rimettere in piedi delle mura ferite coincide con la ricostruzione della sua stessa anima. Nell'opera di Bellezza il colore, la materia e la luce sembrano agire come veri e propri simboli: non solo elementi estetici, ma linguaggi che raccontano ciò che le parole non riescono a dire, attraverso “codici visivi” che invitano chi osserva l'opera ad entrare in relazione con l'esperienza di vita dell'Artista.
La pittura diventa così un linguaggio che non descrive, ma trasmette; non rappresenta, ma evoca. Ogni scelta la materialità delle superfici, l’intensità dei gesti, la vibrazione della luce si configura come un codice simbolico attraverso cui l’artista articola ferite, trasformazioni e rinascite.
In questo senso, la dimensione comunicativa della sua opera non è mai solo estetica, ma anche emotiva e percettiva: il quadro diventa un luogo di incontro tra chi lo crea e chi lo osserva, un territorio in cui il vissuto individuale può dialogare con una sensibilità universale.