Castelsilano protagonista del primo "Quaderno di Archeofotografia Calabrese"
Le fotografie di Ludovico Tallarico, nella pubblicazione curata da Mario Iaquinta, offrono uno spaccato di vita straordinario del 1913 a Castelsilano. Attraverso il suo obiettivo, infatti, sono stati immortalati volti, paesaggi e momenti di vita quotidiano
Un tesoro dimenticato, un racconto visivo che ha più di un secolo, è tornato alla luce. È stato presentato ieri a Castelsilano, presso il Centro Parrocchiale San Francesco di Paola, il primo numero dei Quaderni di Archeofotografia Calabrese. Il volume d'esordio, intitolato "Microstoria fotografica di Castelsilano", è il frutto di un'accurata ricerca che ha permesso di riscoprire le immagini del borgo dei primi del Novecento. Nel silenzio polveroso di un archivio dimenticato, tra scatole danneggiate e lastre aggredite dal tempo, è riemersa una voce visiva che racconta con rara intensità la vita quotidiana di un piccolo centro calabrese nei primi anni del Novecento.
È la voce di Ludovico Tallarico, una figura colta e poliedrica, nato nel 1859 a Casabona. Non un semplice appassionato, ma un vero e proprio testimone del suo tempo, che attraverso la sua macchina fotografica ha saputo fissare per sempre i volti, le architetture e le atmosfere di Castelsilano, regalando alla memoria collettiva un'opera di straordinario valore documentario.
Le fotografie di Tallarico offrono uno spaccato di vita straordinario del 1913 a Castelsilano. Attraverso il suo obiettivo, infatti, sono stati immortalati volti, paesaggi e momenti di vita quotidiana. Le immagini rappresentano una delle più affascinanti testimonianze visive della vita quotidiana nel Meridione d'inizio Novecento. La loro importanza, oltre che artistica, è soprattutto storica, poiché permettono di leggere e comprendere la società calabrese a cavallo tra Otto e Novecento, offrendo un ponte tangibile con un passato che altrimenti rischierebbe di perdersi nell’oblio.
È davvero straordinario pensare che, a distanza di centododici anni, queste fotografie siano ancora in grado di suscitare profonda curiosità e intense emozioni. Sebbene il trascorrere del tempo abbia cancellato l'identità di gran parte delle persone ritratte, questi scatti continuano a parlarci, stabilendo un legame silenzioso ma potente. Ogni sguardo, ogni espressione, ogni dettaglio è un frammento di memoria che contribuisce a ricostruire il mosaico del passato, aiutandoci a comprenderlo e a conservarne la traccia per le generazioni future.
Questa pubblicazione è stata curata da Mario Iaquinta, che fin dagli anni Ottanta si dedica alla fotografia storica, contribuendo a riscoprire interi archivi dimenticati e restituendo dignità e visibilità a figure centrali per la memoria visiva della Calabria. Iaquinta, autore di numerose ricerche dedicate ad autori calabresi come Saverio Marra e Vincenzo Fazio, ha trovato nuova vita per il materiale fotografico di Tallarico grazie al volume "Microstoria fotografica di Castelsilano".
La concretizzazione del progetto è stata possibile anche grazie al supporto e alla sensibilità del reverendo don Francesco De Simone, parroco del paese, che ha accolto con entusiasmo la proposta di collaborazione. Il volume, edito da Officine Fotografiche Florense, include, oltre ai testi di Mario Iaquinta, i contributi di Caterina Martino, teorica e storica della fotografia, autrice del saggio “Immagini di un microcosmo – Ludovico Tallarico e il racconto fotografico di Castelsilano”, e di Giuseppe Tallarico, storico, che firma il profilo biografico dedicato all'autore delle immagini. La pubblicazione si avvale inoltre del prestigioso riconoscimento del Club Unesco di San Giovanni in Fiore.