Dal Polo Nord al Dalai Lama: la vita straordinaria di Enzo Bartone, il Marco Polo calabrese che ha visitato 170 Paesi
Un cosentino con il mondo negli occhi: dal primo raid a Capo Nord su una Lancia Flavia alle spedizioni con Amedeo d’Aosta, Bartone ha raccolto mezzo secolo di viaggi, incontri e testimonianze uniche in un volume autobiografico
Un primato lo può certamente e meritatamente rivendicare. Fra i calabresi contemporanei, molti o pochi non importa, che amano i viaggi, è indubbiamente quello che ha viaggiato su larga parte del pianeta, ha macinato decine di migliaia di chilometri da un polo all’altro, da un continente all’altro, da un emisfero all’altro, ha visitato decine di Paesi, è stato ammesso nei palazzi che contano nei vari continenti, ha stretto la mano a imperatori, regnanti tuttora con la corona, capi di Stato, il Dalai Lama e Madre Teresa di Calcutta, ministri, uomini di scienza ed ambasciatori.
È lui stesso che lo rivela in un libro scritto a quattro mani con Maria Enrica Monaco Gorni, pubblicato recentemente, in cui racconta e si racconta: i suoi raid, le sue spedizioni, i suoi viaggi documentandoli con centinaia di fotografie, ritagli di giornali, documenti, mappe, lasciapassare, visti doganali. Questo autentico recordman dei viaggi di qualità, uno dei pochi italiani a poterlo rivendicare, certamente senza rivali in Calabria, si chiama Enzo Bartone. È cosentino, ha a lungo vissuto a Firenze ma con un legame mai interrotto con Cosenza e la Calabria, in questi giorni in vacanza sulla costa tirrenica cosentina a Sangineto, dove possiede una villa.
Ci conosciamo da più di mezzo secolo: lui, poco più che ventenne, frequentava a Cosenza la redazione della Gazzetta del Sud, dove ho avuto la fortuna e l’opportunità di iniziare e perfezionare il mio percorso professionale prima di approdare, a fine anni ’60, alla Rai. Voleva fare il giornalista, ha guadagnato presto una collaborazione con Il Tempo di Roma ed il tesserino di giornalista pubblicista, mantenendo aperto nel tempo il suo rapporto con il quotidiano romano.
Già in quegli anni, mostrando spiccate capacità di iniziativa ed una naturale vocazione per le pubbliche relazioni – doti fondamentali per quello che farà nei decenni successivi – accarezzava l’idea di andarsene a spasso per il mondo, novello Ulisse dell’era moderna o, se preferite, il Marco Polo del nuovo millennio.
Ed appunto da Cosenza e dalla Calabria, prima che se ne andasse prima a Roma e poi a Firenze, con un posto sicuro in banca (il Banco di Napoli), il tesserino di giornalista e mille sogni nel cassetto, comincia la sua interminabile odissea per il globo terrestre, visitando – come egli stesso annota nel suo libro – 170 Paesi e raggiungendo per ben 14 volte il Polo Nord.
Nel 1968, appena 26enne, insieme all’amico e coetaneo Mario Arsenio parte in luglio da Capo Spartivento, all’estremità sud della penisola, per il suo primo raid. A bordo di una Lancia Flavia coupé, con un messaggio e campioni di bergamotto e di mandarino del sindaco di Brancaleone per il suo collega della città di Capo Nord, sono diretti appunto a Capo Nord, attraverso l’Europa, quella occidentale e quella dell’est, la Russia sovietica, i territori del grande Nord.
In Svezia vengono ricevuti da Re Gustavo, al quale consegnano omaggi della Sovrintendenza archeologica di Reggio e che invitano in Calabria. Il sovrano accoglierà il loro invito e nell’ottobre di quell’anno visiterà con la Regina Cosenza, affascinato dal centro storico.
Durante questo viaggio accade un episodio che segnerà una svolta nella sua vita, condizionando le scelte ed i progetti degli anni a venire. In Lapponia i due giovani cosentini incontrano il principe Alvaro d’Orléans-Borbón, cugino del duca Amedeo d’Aosta, rimasto bloccato con la sua auto in panne. Bartone e Arsenio lo soccorrono, si prodigano in mille modi consentendogli di riprendere il viaggio.
Con il principe si stabilisce un rapporto di grande cordialità. L’aristocratico è talmente colpito dalla voglia di conoscere il mondo di Enzo Bartone che, rientrato in Italia, lo presenta ad Amedeo d’Aosta, giovane brillante, anche lui appassionato di viaggi. Enzo ed il duca, che vive ad Arezzo nella tenuta del Borro, si piacciono subito: nasce una collaborazione che si trasformerà negli anni in una profonda e solida amicizia.
E così nel 1970 Amedeo d’Aosta accetta l’idea di Bartone di un raid dei tre continenti – Africa, Asia, Europa – da Città del Capo a Capo Nord. Per questa spedizione, che durerà 50 giorni, Enzo, dopo un incontro a Torino con l’avvocato Agnelli, ottiene il sostegno della Fiat, che mette a disposizione della carovana tre Fiat 124, un tecnico specializzato e l’assistenza della rete Fiat nei Paesi che sarebbero stati attraversati.
Altre spedizioni sono seguite negli anni: Amedeo d’Aosta capo spedizione ed Enzo Bartone ideatore ed organizzatore. Molti altri viaggi in Paesi e luoghi meno noti ma di grande interesse sul piano paesaggistico, antropologico e culturale Bartone li ha progettati e realizzati da solo, in compagnia della moglie Pina Avolio o insieme a pochi amici, accumulando un eccezionale e prezioso patrimonio di conoscenze, testimonianze e documenti.
Tutto questo egli ha raccolto e raccontato in questo suo libro, che ha dedicato al suo compagno di avventura e grande e fraterno amico: Con Amedeo d’Aosta attraverso mezzo mondo.