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10/10/2025 ore 16.15
Storie

La laurea a 53 anni e un sogno che si realizza: la storia del sistemista calabrese Filippo Mondella, tra tecnologia e passione

Il professionista racconta la passione per l’elettronica trasmessa dal papà e dallo zio, entrambi radioamatori. Una passione che lo ha portato a specializzarsi e collaborare con aziende italiane e straniere

di Ernesto Mastroianni

«Classe 1973, fin da piccolo sono stato affascinato dal mondo delle radio trasmittenti. Merito di mio padre e di mio zio, entrambi radioamatori, che mi hanno trasmesso la curiosità per quell’elettronica fatta di circuiti, antenne e suoni lontani».

Così Filippo Mondella, nativo di Francica, in provincia di Vibo Valentia. Una storia appassionante che vale la pena di leggere.

«Per volontà familiare ho frequentato l’Istituto Tecnico per Geometri, anche se avrei voluto studiare all’industriale. Dopo il diploma e il servizio militare mi iscrivo a Ingegneria delle Telecomunicazioni a Roma Tor Vergata, ma per motivi economici sono costretto ad abbandonare gli studi. Inizio però subito a lavorare: apro un piccolo laboratorio informatico, assemblo e vendo computer, e nel 1995 fondo uno dei primi Internet Service Provider del territorio, quando per connettersi alla rete serviva ancora un modem “dial-up”».

Filippo, appassionato e autodidatta, si specializza in reti informatiche e sistemi Linux/Unix, collabora con aziende italiane e straniere in anni in cui pochi avevano competenze nel settore.

«Esattamente. Poi arriva la svolta: l’era dello streaming e del digitale. Inizio a lavorare nel broadcasting come operatore di regia per eventi televisivi, anche per Rai e Mediaset.Da lì passo alle installazioni fisse — sale conferenze, centri congressi — e scopro i sistemi integrati di controllo come Amx e Crestron. Studio, mi formo, e mi innamoro del mondo della smart home, allora quasi sconosciuto. Lavoro in giro per il mondo in residenze di lusso, installando sistemi domotici complessi, fino a maturare l’esperienza e la sicurezza per avviare la mia attività indipendente».
 

E poi c’è un’intuizione di particolare importanza.

«Capisco subito che la chiave del successo è l’interfaccia utente: semplice, intuitiva, stabile. Scrivo personalmente il codice del mio software e lo perfeziono progetto dopo progetto. Nel 2012 incontro un cliente russo che resta colpito dal mio sistema: da lì nasce una lunga collaborazione che mi porta a lavorare tra Mosca, l’Europa, gli Stati Uniti e il Medio Oriente».

Il suo impegno e le sue passioni lo portano un po’ dappertutto

«Sí, e posso dire di aver girato il mondo quattro volte e di parlare tre lingue — inglese, spagnolo e un po’ di russo. Ma dentro di me è sempre rimasta aperta una piccola ferita: quella laurea in Ingegneria lasciata a metà. Così, a quasi cinquant’anni, decido di riprendere in mano quel sogno e mi iscrivo a Ingegneria Informatica e dell’Automazione».

Così a 53 anni ha concluso quel percorso.

«Non l’ho fatto per necessità e nemmeno per vanità, ma per chiudere un cerchio. Ringrazio chi mi è stato vicino — famiglia, amici, colleghi — e l’Università eCampus, che mi ha permesso di conciliare studio, lavoro e vita quotidiana».

Per finire questa bella storia cosa possiamo dire?

«Oggi posso dire di non aver realizzato un sogno, ma di aver completato una missione».