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08/12/2025 ore 13.56
Storie

«Mi piacciono i “genti” qui, sono umani»: dall’Egitto alla Calabria, Omar e la sfida vinta dell’integrazione

Nel centro storico di Catanzaro, il giovane africano gestisce un un bar pasticceria dopo aver imparato da un imprenditore locale i segreti del mestiere. Nel capoluogo vive anche con la sua famiglia

di Nico De Luca

Sono sempre troppe le vicende di discriminazione razziale ancora oggi sulle cronache quotidiane confortano però anche tante altre storie che parlano di una integrazione pressoché completa. A Catanzaro un giovane egiziano gestisce in prima persona un bar pasticceria a Piazza Roma, nel centro storico.

«Sono Omar, vengo dal Marocco e sono qua dal 2000 – dice il giovane artigiano – Mi trovo sempre bene e sono cresciuto con i calabresi. Io sono integrato, sono con la testa alta, ho un mestiere».  

Un imprenditore locale gli ha dato fiducia e lui lo ha ripagato imparando a fare i dolci. «Si, cornetti, profiterol, torte, dessert, semifreddi, frolle, crostate, qualsiasi cosa che ti immagini te la faccio, basta chiedere». 

Qui mi piacciono “i genti”

Andato via dall'Africa non ha trovato l’ambiente giusto neppure nelle città del nord da dove è approdato a Catanzaro.

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«Mi piace stare qui, mi piacciono “i genti” prima cosa – dice Omar col suo simpatico slang italo-africano - Mi piacciono “i genti”, sono umane, sono stato a Bergamo, Sondrio, Milano, Roma. Poi qua ho comprato una casetta, pago le tasse, porto i figli all'asilo, ma non lo faccio per me, penso al futuro dei miei figli perché qui crescono senza droga, senza dipendenza, perché al nord c'è troppo tossicodipendenza, basta niente per rovinare i giovani». 

Omar si sente integrato anche come catanzarese con un italiano abbastanza comprensibile chiede di migliorare alcuni aspetti della città.

Le richieste al sindaco

«Mancano diverse cose, manca il sistema della politica, per sistemare una strada, per sistemare questo trenino qua (la funicolare ferma ndr). Poi ho un bar ma spesso rimaniamo senz’acqua, ed allora dico al sindaco di provvedere prima alle cose. Paghiamo assicurazione, bollo, le tasse: questi soldi sono, dove vanno? Questi soldi vanno dallo Stato, e lo Stato deve sistemare queste cose qua. Per bene».