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16/04/2025 ore 08.04
Opinioni

Il caos del mondo e la filosofia del vivere consapevole attraverso la leggerezza: Italo Calvino

In una società come la nostra, la società dell'iperconnessione, la filosofia calviniana non può che essere di grandissima attualità e deve spingerci ad un'attenta riflessione, vivendo e cercando, anche negli altri, sempre quella leggerezza positiva di cui noi abbiamo necessario bisogno, per reagire nitidamente alle circostanze della vita

di Ernesto Mastroianni
Italo Calvino (Ansa)

Tra gli autori più importanti del '900 italiano spicca Italo Calvino, appartenente alla corrente del Neorealismo italiano, un movimento artistico e letterario sviluppatosi dopo la Seconda Guerra mondiale.

Di Calvino ricordiamo molte opere, entrate nell'immaginario della letteratura italiana come "grandi classici". Tra i titoli più importanti bisogna citare quelli della trilogia: "Il visconte dimezzato", "Il barone rampante", e "Il cavaliere inesistente", oltre ad altri capolavori, quali: "Il sentiero dei nidi di ragno" oppure "Se una notte d'inverno un viaggiatore".

Importantissimo è anche il filone filosofico di Calvino. La sua non è una filosofia accademica. La sua è una filosofia dettata dalla riflessione, dall'interrogarsi sulle cose del mondo, dal cercare risposte ovunque, con un'etica sulla vita sempre presente. Questo, Calvino, lo fa dando voce, tramite la sua fantasia letteraria, a centinaia di personaggi nelle sue opere.

Tra i principi cardini della sua riflessione filosofica c'è, indubbiamente, il bisogno di trovare un senso personale, uno spazio individuale nel caos del mondo. Nei romanzi "Palomar" e "Le città invisibili", ci mostra dei personaggi che brancolano in situazioni del mondo estremamente complesse. Tali soggetti, attraverso l’osservazione e la riflessione, riescono a trovare un principio di ordine nella complessità del mondo. Una complessità esistente, alienante, sotto molti aspetti, ma raggirabile attraverso "la leggerezza".

Per Calvino, la leggerezza è ben lontana dalla superficialità, dalla banalità e dalla frivolezza, anzi, è una risposta seria e profonda alla pesantezza del vivere, alla complessità del mondo, alla confusione contemporanea.
Ma come ci dice anche Milan Kundera nel suo capolavoro filosofico "L'insostenibile leggerezza dell'essere", bisogna fare attenzione alla leggerezza, perché essa può essere libertà, ma può rivelarsi anche come vuota.

Da Calvino essa è vista come un modo per affrontare il caos senza esserne schiacciati. Questo suo concetto lo chiarisce benissimo nelle "Lezioni americane" del 1985: «Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore».

Calvino inizia a sviluppare questa sua idea sin dal 1972 (data di pubblicazione del romanzo "Le città invisibili"), ma questa sua profonda riflessione raggiunge il massimo nei suoi ultimi anni di vita, con la pubblicazione di "Palomar" (nel 1983) e delle "Lezioni americane" (nel 1985); anni in cui lo sviluppo tecnologico iniziava a dare il proprio apporto alla società. Sarà anche un altro esponente del Neorealismo italiano, Paolo Volponi, a spingere una critica alla rivoluzione tecnologica che iniziava ad imperversare in quegli anni in Italia.

Per Calvino la leggerezza è uno strumento alternativo di grandissima intelligenza, per raggirare la frenesia digitale, la pressione sociale alla quale siamo costantemente sottoposti. Si tratta di un modo alternativo per affrontare l'esistenza. Pensare con leggerezza significa trovare uno spazio interiore di libertà. Quello di Calvino è un invito ad osservare, a pensare, a raccontare, a resistere, con eleganza e intelligenza, al disordine del mondo. Oggi più che mai, è una guida preziosa per chi cerca senso nella complessità del mondo e dell'esistenza.

La leggerezza è uno strumento, un'arte, per vivere e raccontare il dolore, i drammi quotidiani, la vita, le sue umane miserie (per citare i Sepolcri di Foscolo), facendolo con il sorriso, "planando dall'altro". In una società come la nostra, la società dell'iperconnessione, la filosofia calviniana non può che essere di grandissima attualità e deve spingerci ad un'attenta riflessione, vivendo e cercando, anche negli altri, sempre quella leggerezza positiva di cui noi abbiamo necessario bisogno, per reagire nitidamente alle circostanze della vita.