Il caso Voce a Crotone: quando la politica si lascia andare alla violenza e allontana i cittadini
Il sindaco del capoluogo pitagorico si è dimesso dopo l’aggressione a un consigliere comunale. Un cattivo esempio per la comunità e così cresce anche l’astensionismo
I componenti delle nostre istituzioni dovrebbero rappresentare il faro della democrazia civile e della legalità. Ma cosa succede quando questi ultimi diventano i tristi protagonisti di atti di violenza, in tutte le sue forme?
Il clamoroso caso del sindaco Vincenzo Voce (Crotone) ha riacceso il dibattito sul confine tra l'espressione politica e la prevaricazione, portando alla luce una preoccupante crisi del decoro istituzionale.
La polemica è sfociata nella presunta aggressione fisica e verbale ai danni del consigliere comunale Ernesto Ioppoli, avvenuta durante un vertice di maggioranza per discutere di un problema urbanistico.
Dopo lo scandalo, Voce ha scelto di rimettere il suo mandato, esprimendo "le più sincere scuse a Ioppoli e alla città". Nelle sue dichiarazioni, Voce ha ammesso che "le istituzioni devono essere sempre esempio di equilibrio e rispetto" e che per senso di responsabilità istituzionale era "doveroso compiere un passo indietro".
Questo grave caso,devia l'obiettivo su un unico, cruciale problema: l'incapacità o la riluttanza di alcuni esponenti politici a onorare il mandato di rappresentanza con la dignità e il decoro che esso impone.
Quando un sindaco ricorre all'insulto volgare o all'aggressione fisica, specie in una sede istituzionale, non solo tradisce il giuramento fatto ai cittadini, ma trasmette un grave messaggio ovvero che l'autorità possa prevalere sulla legge e che la forza possa sostituire il dialogo.
Questo comporta una grave erosione della fiducia nella politica e nelle istituzioni democratiche, che sono una delle principali cause dell'astensionismo nelle consultazioni e dell'allontanamento dei giovani dalla politica.
Il coraggioso gesto delle dimissioni di Voce, seppur tardivo, ha riaffermato però l'esistenza di un senso di responsabilità . La vera sfida per la politica italiana è ora duplice: da un lato, isolare e sanzionare chi utilizza la propria carica per prevaricare; dall'altro, ripristinare e difendere il decoro delle sedi democratiche.
Solo così le istituzioni potranno tornare a essere un modello positivo per la comunità, e non il riflesso di un'intollerabile cultura dell'aggressività e dell’impunità.