Il “Liberi e Forti” di don Sturzo a Pontida è un’offesa: ognuno si tenga la propria storia
L’appello del fondatore del Partito popolare italiano rappresentò un momento alto culturalmente e politicamente. Che venga ripreso al raduno della Lega è una vergogna: che c’entrano loro con la storia dei cristiani democratici e con la salvaguardia dell’unità dell’Italia?
Vedere al raduno della Lega di Pontida il richiamo in bella mostra ai “Liberi e Forti” è un insulto.
“Liberi e Forti” fu il nome dell’appello di don Luigi Sturzo del gennaio 1919,con il quale si avviava, dopo gli anni del “non expedit”, la presenza organizzata dei cattolici in Politica.
L’Italia usciva dal disastro del primo conflitto mondiale con il carico di enormi problemi.
L’appello sturziano fu un momento alto culturalmente e politicamente: un cammino verso gli orizzonti tracciati dalla “Rerum Novarum”di Leone Xlll. Nasceva il Partito Popolare Italiano per assicurare centralità all’Uomo.
Una visione, quella di don Luigi Sturzo, di giustizia e di libertà.
Il dopoguerra fu drammatico. Un popolo segnato dalle privazioni cercava soluzioni a bisogni imprescindibili. Il richiamo ai Liberi e Forti fu una felice intuizione che dava speranza. Una sollecitazione formidabile alle tante energie a ritrovare coraggio e fede per conquistare spazi di libertà.
Il richiamo ai liberi e forti ha accompagnato generazioni che hanno combattuto per la democrazia e la giustizia. Anche quando le libertà civili si ecclissarono con l’avvento della dittatura fascista e Sturzo costretto all’esilio, il richiamo ai liberi e forti rimase impresso nel cuore di molti; e molti pagarono con la vita l’amore per la libertà e la giustizia. L’appropriazione di una storia è una violenza, un sopruso che offende i sacrifici di tanti.
I Liberi e Forti non è solo il titolo dell’appello sturziano, ma l’espressione alta di una scelta di civiltà del popolo italiano anche dopo il secondo conflitto bellico.
Cosa c’entra la Lega con la storia dei cristiani democratici, cosa c’entra la Lega con la salvaguardia dell’unità dell’Italia, cosa c’entra la Lega che disconosce le scelte per le libertà, che c’entra Vannacci con i valori della solidarietà, dell’eguaglianza, del rispetto della persona umana, che c’entra Vannacci, seminatore di divisioni e di odi con i popolari, impegnati a cooperare e cosa c’entrano i Liberi e Forti, la loro scelta per l’unità del Paese, con la scissione teorizzata della prima Lega e oggi con l’autonomia differenziata la nascita di un regionalismo straccione che fa delle regioni degli statarelli.
Cosa c’entra la nostra storia di moderazione con l’estremismo di un generale in cerca di gloria che invoca e esalta la X Mas, una pagina buia di sopraffazioni e di violenze, e di un vice presidente del consiglio, che ha invocato i pieni poteri e aderisce,con altri,al progetto liberticida del premierato della Meloni.
Ognuno si tenga la propria storia. La storia del popolarismo democristiano non può essere sfregiata. È ben strano che molti riconoscano, anche per opportunismo, la grandezza di quella stagione, mentre molti che furono democristiani rimangono divisi dissipando un grande patrimonio che molti avversari ora guardano con rispetto.
L’appello ai liberi e forti può avere, nel vuoto di oggi, una carica rivoluzionaria come quella del gennaio del 1919 con la volontà degli spiriti liberi e isolando i fabbricanti di illusioni!