Il martirio di Aldo Moro e la sfida della democrazia nel giorno della memoria delle vittime del terrorismo
Il 9 maggio rappresenta un richiamo a riscoprire i valori della libertà contro le ombre dell’indifferenza e delle derive autoritarie
Subito dopo la notizia della avvenuta esecuzione da parte delle Brigate rosse di Aldo Moro, furono affissi in tutta Italia i manifesti, evidentemente già predisposti, con la Sua immagine e con la frase “la Sua fede nella libertà vive nei nostri cuori”.
Era un messaggio alto per rispondere alle barbarie e un invito rivolto ai più a illuminare un presente avvolto nel buio dell’oltraggio ai valori umani. Il terrorismo aveva seminato morte, assassinando la scorta di Moro e prima ancora tanti servitori dello stato e tanti altri successivamente. Con Moro si era colpito in alto per rimuovere Colui che era il baluardo contro disegni avventurosi e destabilizzanti.
Il Paese era stretto in una morsa tra chi a sinistra si sentiva orfano della rivoluzione mancata e i nostalgici estremisti di destra alla ricerca di una rivalsa. Una stagione drammatica e molti disperavano per il futuro. I Partiti,le forze sociali trovarono la forza per reagire. Il terrorismo fu sconfitto ma l’uccisione di Moro, avvolta ancora da tanti misteri, ha lasciato il segno.
Ha reso più incerto il disegno di rafforzamento della base democratica di cui Moro ne era stato l’alfiere.
La sacralità dello Stato, per cui si era rifiutata la trattativa con le Brigate rosse anche questa vicenda non chiara, ha perso forza attrattiva.
Con Moro si spegneva anche la fede nella libertà non solo nel nostro Paese ma in tante altre realtà. Il Parlamento, presidio della democrazia, non era più un valore ma un impedimento alla rapidità delle decisioni degli esecutivi con collaterali fenomeni di poteri decisionali anarcoidi senza alcuna legittimità di investitura democratica e senza controllo.
Il terrorismo è stato sconfitto ma il disegno eversivo della metà degli anni 90 del pool Mani pulite, massoneria deviata, organi dello Stato infedeli, forze di sinistra impegnate a conquistare spazi ha liquidato la politica. Ha sequestrato la democrazia e ha ristretto l’area della libertà. Il mondo intero è pervaso da una furia sovranista.
Il popolo è sommesso, silenziato da un populismo cialtrone di movimenti personali. L’Italia cammina verso il premierato della Meloni, l’ultimo atto per eliminare quel poco che rimane del Parlamento. Moro fu sacrificato per la Sua fede nella libertà.
La Sua lezione non può essere affidata alle ricorrenze senza speranza.
Ma dal martirio di Moro e delle tante vittime del terrorismo il Paese deve avere un sussulto per ritrovare nella libertà la forza per andare avanti.
Moro vive nei nostri cuori per gli orizzonti ideali che ci ha indicato. Bisogna rimuovere la indifferenza di oggi per trovare il calore della fede per cui Moro e tanti hanno sacrificato la loro vita. Il 9 Maggio è la giornata per ricordare oltre il sacrificio di Moro tutte le vittime del terrorismo. E’ il giorno in cui la fiaccola della libertà deve essere più luminosa per rimuovere le tante ombre del presente.