Il metodo De Salazar: come l’Annunziata di Cosenza è passata dal caos al modello
Dai tempi d’attesa infiniti ai percorsi clinici governati, dai bilanci opachi alla trasparenza certificata: i numeri raccontano come l’ospedale bruzio stia diventando uno dei pochi modelli virtuosi della sanità calabrese
Nel mare agitato della sanità calabrese, dove per decenni ogni tentativo di riforma è naufragato tra carenze strutturali, emergenze croniche e rassegnazione collettiva, l’Annunziata di Cosenza sta compiendo una rotta in controtendenza. E non per caso.
Dall’arrivo di Vitaliano De Salazar alla guida della più grande Azienda Ospedaliera del Sud Calabria - prima come commissario straordinario nel dicembre 2022 e poi come direttore generale dal luglio 2024 - i dati cominciano a raccontare una storia nuova: meno improvvisazione, più metodo; meno promesse, più risultati misurabili.
Non si tratta di slogan. Lo confermano i cruscotti Agenas, i report di performance aziendale e gli indicatori economico-gestionali: l’ospedale che per anni è stato simbolo delle difficoltà regionali sta riallineandosi, gradualmente ma concretamente, agli standard nazionali. Un cambio di passo che non nasce dal caso, ma dal cambio di metodo: quello che a Cosenza, sempre più spesso, viene chiamato Metodo De Salazar. Cure più rapide: l’Annunziata diventa un ospedale che “risponde” Il cuore della sanità è il tempo. E nel 2024 l’Annunziata ha iniziato a vincere proprio sul terreno dove storicamente perdeva: la tempestività delle cure.
L’ospedale raggiunge livelli di eccellenza nella percentuale di interventi per tumore alla mammella eseguiti entro 30 giorni dalla prenotazione, collocandosi tra i migliori risultati della Regione Calabria. E la curva migliora anche per i tumori del colon-retto e del polmone, grazie a filiere diagnostiche e chirurgiche più brevi e governate.
Non è un miracolo: è organizzazione. È la scelta di concentrare risorse e attenzione sulle patologie tempo-dipendenti, quelle dove un ritardo può trasformarsi in condanna. E per la prima volta da anni l’Annunziata non viene percepita come un “ospedale lento”.
A Cosenza la sanità del futuro è già realtà: storia, tecnologia e formazione ridisegnano il volto dell’AnnunziataProcessi interni: più efficienza, meno sprechi
Guardando dietro le quinte, i dati confermano lo stesso quadro: aumenta il numero medio di interventi per sala operatoria, pesato per complessità, significa programmazione e non improvvisazione; diminuiscono i giorni di degenza pre-operatoria nei ricoveri programmati: meno letti occupati inutilmente, più pazienti trattati; migliora la degenza media standardizzata per case-mix: i pazienti vengono ricoverati per il tempo giusto, non per necessità organizzative.
Tradotto: l’Annunziata cura di più, cura meglio e utilizza meglio ciò che ha.
Bilanci e investimenti: rigore e crescita insieme
Anche sul fronte economico la fotografia cambia. Il rapporto tra costi e valore della produzione si riequilibra, mentre migliora la rotazione del magazzino farmaci e dispositivi medici, che significa meno sprechi e meno immobilizzi.
Ma la novità più forte è questa: cresce il valore delle immobilizzazioni materiali, cioè gli investimenti in tecnologie e attrezzature. Non solo si spende meglio, ma si investe di più dove serve.
Ed ecco il dato che più di tutti misura l’impatto del “metodo”: la produzione sanitaria dell’Annunziata sale da 92 milioni nel 2022 a circa 120 milioni nel 2025.
Un salto netto. Vuol dire più interventi, più prestazioni, più salute erogata ai cittadini. E c’è un primato storico: per la prima volta nella storia della sanità calabrese, l’Annunziata viene certificata da un ente terzo come struttura con bilanci in ordine e trasparenti. In Calabria non era mai successo.
La politica regionale se ne accorge: un modello da replicare
Nei commenti successivi alla presentazione dei report Agenas, il presidente-commissario alla sanità Roberto Occhiuto ha rivendicato il “balzo in avanti” della Calabria sui livelli essenziali di assistenza, collegandolo al lavoro dei direttori generali e delle nuove governance ospedaliere.
A Cosenza il messaggio è chiaro: ordinare i percorsi clinici, razionalizzare i ricoveri, potenziare le cure tempo-dipendenti, modernizzare le tecnologie e farlo con bilanci puliti e controllabili.
La sanità calabrese resta fragile: gli screening sono ancora insufficienti e la rete territoriale non copre i bisogni reali della popolazione. Ma dentro questo scenario complesso, l’Annunziata è oggi uno dei pochissimi luoghi in cui i numeri dicono una cosa semplice e incontestabile: il lavoro di Vitaliano De Salazar sta lasciando tracce misurabili.
Non comunicati stampa, ma risultati. Non frasi fatte, ma indicatori che cambiano colore.
L’Annunziata non è ancora arrivata. Ma ha ripreso a muoversi, e nella direzione giusta. C’è ancora molto da costruire - sul territorio, sulle liste d’attesa, sull’integrazione universitaria - ma nel cuore della sanità calabrese si è riaperta una possibilità che da anni sembrava perduta: che efficienza, trasparenza e salute pubblica possano convivere anche qui.
Se continuerà così, tra qualche anno potremmo scoprire che il “Metodo De Salazar” non è stato soltanto una stagione, ma l’inizio di una nuova cultura della sanità in Calabria.