Il settembre dei borghi calabresi: tra silenzi, spopolamento e attese tradite
Dall’alto Tirreno Cosentino all’entroterra, turismo in calo e degrado crescente mettono a nudo la mancanza di una visione strutturale per il futuro delle comunità locali
Settembre segna il momento della ripartenza, si torna sostanzialmente alla routine. Riaprono le scuole, le attività lavorative riprendono a pieno ritmo e le località balneari che per qualche settimana erano animate, tornano con lentezza nel silenzio.
Nei piccoli borghi della Calabria, soprattutto quelli dell’entroterra e dell’alto Tirreno Cosentino, l’eco delle vacanze estive si spegne rapidamente.
I pochi vacanzieri che avevano scelto la nostra regione, attratti dal mare cristallino, dalla cucina tipica e dalla bellezza paesaggistica, lasciano dietro di sé strade deserte e piazze vuote.
Purtroppo, quello che resta non è solo il silenzio, ma spesso anche il senso di abbandono. Molti borghi, già segnati dallo spopolamento si ritrovano a combattere con un degrado sempre più evidente.
L’incuria si fa largo tra le viuzze dei centri storici, le strutture ricettive chiudono, e le promesse di valorizzazione del territorio restano ferme al palo.
Le amministrazioni comunali, pur volenterose, si trovano spesso impotenti di fronte a criticità strutturali profonde.
Basti pensare alla carenza di fondi, difficoltà burocratiche, mancanza di personale qualificato. Il risultato è una gestione frammentata, che non riesce a garantire servizi minimi né a costruire una visione di lungo periodo per il rilancio del territorio.
La stagione appena terminata può essere lasciata alle spalle, quasi dimenticata, in modo particolare per le località dell’alto Tirreno Cosentino, dove la presenza turistica è risultata ben al di sotto degli anni precedenti.
Le speranze di una ripresa si sono infrante contro numeri deludenti, infrastrutture e collegamenti carenti.
E così, settembre torna a scandire il tempo della quotidianità, ma anche delle riflessioni amare. C’è bisogno di interventi strutturali seri, di progettazione, di una visione condivisa tra istituzioni e comunità locali.
Perché la Calabria, con la sua bellezza autentica e i suoi borghi intrisi di storia, merita di essere più di una meta estiva di passaggio. Merita di vivere, tutto l’anno.