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01/09/2025 ore 13.15
Opinioni

Migliaia di docenti calabresi precari in viaggio verso il Nord, un copione che ogni anno si ripete

Un sistema scolastico che barcolla e algoritmi che non funzionano. In questo modo si perde la continuità scolastica. È necessario che dalla Calabria parta una presa di posizione e una proposta concreta

di Carmine Quercia
IMAGOECONOMICA

Il primo settembre si ripete una storia da copione autentico.

Migliaia di docenti precari in viaggio per raggiungere la scuola di assegnazione, centinaia dalla Calabria verso il Piemonte e la Lombardia, culla delle disponibilità per mancanza di docenti.

L’esercito dei calabresi corre spedito verso le stazioni per l’ormai nota presa di servizio.

Scuole oberate e segreterie intasate, perdita di posti di lavoro per il semplice fatto che non si riesce a trovare un mezzo di trasporto idoneo a raggiungere la sede di assegnazione.

Dalla Calabria in Val di Susa, ben dodici ore di viaggio con biglietti che arrivano a prezzi esorbitanti.

È il sistema scolastico che barcolla, sono gli algoritmi che non funzionano.

Basti pensare che un docente inserito in graduatoria provinciale verrà chiamato in scuole differenti anno dopo anno.

Dov’è la continuità scolastica per i ragazzi, per i maturandi e per gli istituti scolastici che, ogni anno, devono attivare turni estenuanti per il caricamento contrattuale, per la verifica dei requisiti, per la raccolta dei dati.

Nell’era del digitale, del processo informatico vediamo docenti costretti a rinunciare gli incarichi di supplenza e dirigenti scolastici ricorrere agli interpelli urgenti per la ricerca di docenti in grado di sopperire alle carenze e garantire agli alunni la didattica.

Insomma, credo che dalla Calabria debba partire una chiara e non più rinviabile presa di posizione, una proposta concreta che dia valore al percorso scolastico, che dia il giusto riconoscimento a chi sceglie di intraprendere la professione di docente.

La sfida è aperta ed è sotto gli occhi di tutti.

La scuola è fucina del talento, del domani e dell’oggi. Ben vengano i fondi per la progettualità scolastica, ma si pensi a quei concorsi espletati ed ai migliaia di docenti in attesa, si pensi ai vincitori dei concorso a tempo indeterminato che dopo anni di precariato dovranno ancora sostenere corsi e un anno di prova per poi avere l’assegnazione della sede.

Si pensi al futuro delle giovani generazioni attraverso una strategia mirata che guardi con interesse al funzionamento della scuola e delle sue potenzialità.