Nuovi giochi di potere tra Trump e Putin mentre l’Europa si riduce a protettorato degli Stati Uniti
I conflitti divampano e la Nato si allinea a Washington, l’Unione intanto resta prigioniera di debolezze e illusioni
Lo scenario internazionale è in continua evoluzione e non mancano le sorprese. Sullo sfondo di conflitti tragici e in espansione, sono in atto progetti di assestamenti geopolitici fra leader che occupano il centro della scena. La diplomazia non è riuscita a porre termine alla carneficina dall’Ucraina e del Medio Oriente.
Dopo Gaza, l’intervento di Israele e degli Stati Uniti sull’Iran, con l’obiettivo dì distruggere i siti nucleari, costituisce una svolta per nuovi equilibri fra Paesi ieri contendenti, oggi meno. Mi riferisco all’intesa, in embrione da sempre, tra Trump e Putin.
Gli USA hanno bombardato l’Iran alleato tradizionale della Russia, che si è limitata a una condanna da copione imponendo all’Iran una reazione leggera. C’è un venticello che riporta al clima di quando i G7 diventavano G8 per accogliere la Russia.
Qual è la “merce di scambio”? L’abbandono dell’Ucraina alle mire imperiali di Putin e il non aumento delle sanzioni nei confronti della Russia?
Può darsi. Oggi c’è fra due “imperatori” convergenza. Entrambi perseguono antiche egemonie.
La Cina segue e opera per avere maggiore manovra mentre altri Paesi emergenti come l’India e il Brasile agiscono per sottrarsi dalla irrilevanza.
E l’Europa? Dopo il summit della Nato all’Aia ha trovato un’unità, seppur di facciata. Vi è stata una corsa a imbonire l’inquilino della Casa Bianca, accettando l’aumento delle spese per la difesa del 5% del Pil: 3,50 per il 2029 e il resto 1,5 nel 2035.
Quest’ultima cifra è riferita a infrastrutture, strade, aeroporti, (l’Italia ci mette anche, fra l’altro,il Ponte di Messina). Sono impegni presi solennemente con riserve mentali. Tutti con Trump anche i fan di Putin visto che i due simpatizzano.
Chi pensava alla integrazione politica e alla difesa comune europea si sbagliava. L’Europa diventa un protettorato degli USA con una Germania che si arma, si attrezza per essere interlocutrice primaria, mentre noi ci accontentiamo di avere un posto a tavola accanto al potente ed essere empatici.
Intanto truppe russe si ammassano di fronte ai confini della Finlandia mentre un servile nuovo segretario generale della NATO ha posto l’organizzazione al servizio degli USA, senza elaborare una strategia.
E l’Europa destinata a impiegare risorse non per un esercito proprio, ma per una forza appendice del sistema difensivo statunitense.
La presidente della Commissione Europea dovrebbe essere invitata a togliere l’incomodo.
Il Parlamento Europeo ha la forza di aprire un serio confronto oppure si lascia trascinare dai minuetti di una Europa svogliata, senza energie e priva di classe dirigente, cloroformizzata da una burocrazia potente?