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05/05/2025 ore 15.25
Opinioni

Parolin o l’ombra? Il Conclave che divide l’Italia e il Vaticano

Il rito più antico e segreto della Chiesa cattolica si ripeterà tra due giorni, ma questa volta con un ingrediente in più: l’incognita totale

di Carlo Maria Mazzei

Mercoledì 7 maggio, le porte della Cappella Sistina si chiuderanno e con esse probabilmente anche ogni certezza. Inizia il conclave, il rito più antico e segreto della Chiesa cattolica, ma questa volta con un ingrediente in più: l’incognita totale.

Gran parte dei cardinali, infatti, non si conoscono tra loro. Sarà un conclave spettacolare, forse il più imprevedibile degli ultimi decenni. Intrighi, alleanze, tensioni sottotraccia e colpi di scena sono assicurati.
Nessuno sa come andrà a finire, ma tutti sanno che non finirà come ci si aspetta probabilmente.

Le correnti italiane, una volta protagoniste, ora sono più simili a rivoli separati che a un fiume in piena. I cardinali nostrani si guardano con diffidenza, divisi su tutto: dal profilo del prossimo Papa alle alleanze internazionali.

E se il prossimo Papa fosse un outsider? Un nome che oggi nessuno osa pronunciare ad alta voce, ma che potrebbe emergere come compromesso tra correnti? Non sarebbe la prima volta: la storia insegna che lo Spirito Santo ama sorprendere, come è giusto che sia, soprattutto quando i cardinali pensano di avere tutto sotto controllo.

In mezzo a questo panorama frammentato, una figura particolare è quella del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
Considerato uno dei candidati più forti alla successione di Papa Francesco, che però oggi entra in conclave con il peso di troppe luci puntate su di lui e con mosse recenti messe in discussione.
La sua diplomazia, il suo stile sobrio e la lunga esperienza di governo restano però carte pesanti: Parolin quindi potrebbe non essere il favorito, ma sarà certamente un tra i più toccati, soprattutto tra i cardinali italiani.
La sua capacità di mediazione, messa in campo nei corridoi della Segreteria di Stato e nei dossier più delicati della Santa Sede, lo renderà inevitabilmente uno tra i cardinali di maggior peso.

Ma alla fine, sarà quel voto scritto su un biglietto, in silenzio, sotto gli affreschi di Michelangelo, a indirizzare il corso della storia della chiesa.

Nella Cappella Sistina, si giocherà una partita che nessun osservatore esterno può davvero comprendere fino in fondo. Potrebbe addirittura emergere un nome poco uscito nei pronostici.

E allora non resta che attendere in silenzio. Verso quel comignolo che, prima o poi, tornerà a fumare. Bianco. Ma con quale nome, e con quale visione?